Papa: “le donne vittime di violenza spesso sole, lo Stato garantisca giustizia”

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AgenPress. Purtroppo, le donne molto spesso non solamente si trovano sole ad affrontare certe situazioni di violenza, ma poi, quando il caso viene denunciato, non ottengono giustizia, oppure i tempi della giustizia sono troppo lunghi, interminabili. Su questo bisogna vigilare e migliorare, senza cadere nel giustizialismo.

Papa Francesco parla ai componenti della Direzione centrale anticrimine, ricevuti in Vaticano all’indomani della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il Papa si appella direttamente allo Stato che, afferma, “deve garantire che il caso sia accompagnato in ogni fase e che la vittima possa ottenere al più presto giustizia”. Allo stesso tempo, è fondamentale e urgente “che le donne siano ‘messe in salvo’, cioè occorre fare in modo che esse siano al sicuro dalle minacce attuali e anche dalle recidive, che purtroppo sono frequenti anche dopo un’eventuale pena”.

Contrastare questa realtà dolorosa è un “obiettivo di dignità e di civiltà”, sottolinea il Papa. La Polizia è “un punto di riferimento istituzionale”, in tal senso, tuttavia, considerando numeri e diffusione, “per vincere questa battaglia non basta un corpo specializzato, per quanto efficiente” e “non bastano l’opera di contrasto e le necessarie azioni repressive”.

Bisogna unirsi, collaborare, fare rete: e non solo una rete difensiva, ma soprattutto una rete preventiva! Questo è sempre decisivo quando si cerca di eliminare una piaga sociale che è legata anche ad atteggiamenti culturali, a mentalità e pregiudizi radicati.

Il Papa plaude al fatto che all’interno delle forze dell’ordine siano presenti molte donne.

È una grande risorsa: donne che aiutano altre donne, che potete meglio capirle, ascoltarle, sostenerle. Immagino quanto dev’essere impegnativo per voi, come donne, portare interiormente il peso delle situazioni che incontrate, e che vi coinvolgono sul piano umano.

È prezioso avere “una mirata preparazione psicologica” e “anche spirituale”, dice Francesco, “perché solo a livello profondo si può trovare e custodire una serenità e una calma che permettono di trasmettere fiducia a chi è preda di violenze brutali”. Tante donne cristiane, venerate come martiri, ne sono esempio. Il Papa ne cita alcune: da Santa Lucia a Santa Maria Goretti alla beata suor Maria Laura Mainetti, la religiosa assassinata a Chiavenna da tre ragazze durante un rito satanico.

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