AgenPress – Nel 2022, in particolare da marzo a settembre, le forniture di gas russo per l’Unione Europea sono diminuite dell’80% ed è iniziato un processo di riduzione della domanda da parte degli utenti finali, di diversificazione degli approvvigionamenti e di aumento di importazioni di Gnl insieme ad un potenziamento delle rinnovabili. E’ quanto emerge dal quarto Med & Italian Energy Report, realizzato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l’Esl@Energy center del politecnico di Torino.
L’Italia è tra i Paesi che hanno risentito maggiormente dalla riduzione del gas russo reagendo con maggiori importazioni in particolare dall’Algeria; nei mesi di settembre e ottobre 2022 l’importazione di gas attraverso il Transmed (entry point del Gas algerino) è stata superiore al 40% dell’importazione totale di gas. Contestualmente, a settembre l’importazione di gas russo attraverso il gasdotto Trans Austria Gas Pipeline (Tag) è stata pari all’8,7% dell’importazione totale e addirittura inferiore all’1% a ottobre.
Fino al 2021, l’Unione Europa importava il 90% del suo consumo di gas. In questo ambito la Russia ha fornito oltre il 45% di queste importazioni (nel 2010 questo dato era del 31%), oltre a fornire il 27% delle importazioni di petrolio e il 46% di quelle di carbone. Gli altri fornitori di Gas per l’Ue: Norvegia, Usa, Qatar e Algeria coprono il 47,7% delle esigenze.