Bce, Rinaldi (Lega), situazione economica peggiorata da politiche green Ue

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AgenPress. “L’attuale incremento dell’inflazione è dovuto all’innalzamento repentino dei prezzi dei prodotti energetici e alle commodities non solo a causa della guerra, ma ancor prima alle precedenti scelte sulle politiche green, non sostenibili per il mantenimento della precedente capacità industriale europea.

Lo schema statutario Bce è rigidamente monetarista, pertanto, in una situazione di inflazione da fattori esogeni, opera in termini prociclici amplificando, con effetti depressivi, le criticità dei costi di interi settori produttivi con conseguenti effetti negativi sui livelli occupazionali e retributivi reali.

La Bce non può correggere né cause né effetti, ormai strutturali, di questa agflazione, ma può solo ottenere l’irreversibilità di una diffusa deindustrializzazione, accorpando a un irrisolto problema sul lato dell’offerta anche una crisi da domanda, correlata alla maggior disoccupazione e precarizzazione del lavoro che già stanno intaccando, con la riduzione dei salari reali, i livelli di vita essenziali con il caro energia e aumento del costo dei finanziamenti per famiglie e imprese.

Neanche una svalutazione dell’euro è perseguibile sia per il permanere di tassi alti che alla c.d. condizione di Marshall-Lerner. Con l’imposizione forzata delle politiche green, i prezzi di produzione per le imprese esportatrici che subiscono l’agflazione non sono riducibili oltre certi livelli minimi. La Fed, di contro, alza i tassi per attrarre capitali e preservare il ruolo internazionale del dollaro potendo compensare le conseguenze recessive con politiche fiscali espansive, mentre le rigide regole dei Trattati non lo consentono. Questo rende inevitabile un massiccio allentamento della disciplina degli aiuti di Stato sanciti nel TFUE che però, stante la linea di ‘Quantitative Tightening’ sarà consentita solo a paesi con maggiori spazi fiscali e precluso a tutti gli altri, a causa del costo insostenibile del finanziamento degli Stati sui mercati, che l’Ue stessa ha determinato con l’aumento dei tassi e la vendita dei titoli di Stato. Ciò comporterà l’inevitabile rottura del mercato unico e del necessario ‘level playing field’. Lo scenario, ricorda il famoso detto: l’operazione è perfettamente riuscita, ma il paziente è morto”.

Così Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega, componente della commissione Econ, nel suo intervento durante la sessione plenaria.

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