AgenPress – Natalità al minimo storico, mortalità ancora elevata: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti.
Recupero di attrattività nei confronti dell’estero: il saldo migratorio netto sale da +88mila nel 2020 e +160mila nel 2021 a +229mila nel 2022.
Movimenti migratori interni in crescita: i trasferimenti di residenza tra comuni sono 1 milione 484mila, +4% rispetto al 2021, +10% rispetto al 2020.
Lieve crescita del numero degli stranieri: La popolazione di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2023 è di 5 milioni e 50mila unità, in aumento di 20mila individui (+3,9‰) sull’anno precedente.
- 1,24 – Il numero medio di figli per donna
- 82,6 anni – La speranza di vita alla nascita
- 22.000 – Gli ultracentenari al 1° gennaio 2023
Nel nostro Paese anche la mortalità resti in alta, quantomeno in raffronto alle nascite: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti.
Per la prima volta dall’unità d’Italia, dunque negli ultimi 160 anni, i nuovi nati nel 2022 in Italia sono scesi sotto i 400.000, per l’esattezza 393mila. Un trend sempre in discesa ormai da 15 anni: dal 2008, ultimo anno in cui in Italia si è registrato un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti. Questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, tra le cause pesano molto tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni).
La regione con la fecondità più alta è il Trentino Alto Adige con un valore pari a 1,51 figli per donna. Sicilia e Campania registrano valori molto più bassi, rispettivamente 1,35 e 1,33. Le madri sono mediamente più giovani, con valori dell’età media al parto compresi tra il 31,4 della Sicilia e il 32,1 del Trentino. Regioni con fecondità decisamente contenuta sono il Molise e la Basilicata, con un valore di 1,09 figli per donna, ma su tutte spicca la Sardegna che, con un valore pari a 0,95, è per il terzo anno consecutivo l’unica regione con una fecondità al di sotto dell’unità.
- La popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2023 è di 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno sull’anno precedente, per una riduzione pari al 3 %. Prosegue, dunque, la tendenza alla diminuzione della popolazione, ma con un’intensità minore rispetto sia al 2021 (-3,5 %), sia soprattutto al 2020 (-6,7 %).
La popolazione di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2023 è di 5 milioni e 50mila unità, in aumento di 20mila individui (+3,9 %) sull’anno precedente. L’incidenza degli stranieri residenti sulla popolazione totale è dell’8,6%. Quasi il 60% degli stranieri, pari a 2 milioni 989mila unità risiede al Nord, per un’incidenza dell’11%, la più alta del Paese. Risulta attrattivo per gli stranieri anche il Centro, dove risiede un milione 238mila individui (25% del totale) con un’incidenza del 10,6%, al di sopra della media nazionale. Il Mezzogiorno ha invece meno presenza straniera, 824mila unità (16%), per un’incidenza del 4,2%.