AgenPress. “Il ponte sullo Stretto è un’opera ecologistica. Sul ponte sullo Stretto, come sull’ambientalismo in generale, abbiamo una visione più ragionevole e più pragmatica, non ideologica e fondamentalista. Concordiamo infatti con gli studi fatti dall’ing. Mollica secondo cui nel solo traghettamento si risparmiano 144mila tonnellate di CO2”. Lo ha detto Vincenzo Pepe, presidente nazionale del movimento ecologista europeo FareAmbiente, intervenendo in audizione in commissione Ambiente.
“Questo ponte – ha aggiunto Pepe – permetterà che con la mobilità su rotaia ci andar verso gli obiettivi che l’Unione Europea ci ha dato, ovvero di aumentare entro il 2030 del 30% il traffico di merci su rotaie. Passando ai dati sui rifiuti invece c’è uno studio dell’università di Barcellona secondo cui i fondali sullo Stretto hanno un’altissima densità di rifiuti. I traghetti che operano sullo Stretto scaricano infatti con i loro motori grandi quantità di inquinanti come se fossero – dice lo studio – delle centrali elettriche ad olio combustibile in pieno centro urbano. L’inquinamento quindi espone anche gli abitanti sulle sponde ad un rischio sanitario importante. Il ponte – ha sottolineato il presidente nazionale di FareAmbiente – ridurrebbe questi inquinanti”.
“Ma il ponte sullo Stretto – ha concluso Vincenzo Pepe – è anche un simbolo per il nostro Paese, simbolo del rilancio del sistema industriale, garantendo la centralità del mediterraneo grazie alla possibilità di collegare l’Italia, la Sicilia e il Mediterraneo all’Europa. Il problema non è la fattibilità e la valenza ambientale ed economica e sociale, il problema è politico e ideologico. E’ il problema della difesa degli interessi locali, ma tutto questo riguarda un problema dell’ambientalismo italiano. L’Italia su questo è molto provinciale. C’è un problema dell’ambientalismo che non sa coniugare lo sviluppo con la sostenibilità. Lo sviluppo comporta sempre un rischio, la sostenibilità è il calcolo del rischio. Il calcolo si fa attraverso il metodo scientifico. E’ la scienza che ci dice che l’ambiente è qualità della vita e si mantiene attraverso l’innovazione tecnologica, calcolando il rischio che è l’accettazione. Il ponte infine è necessario anche per le infrastrutture, ma ancor di più per ridurre l’inquinamento”.