AgenPress. “Io ho ricevuto due volte il padre di Ilaria Salis e l’ho anche abbracciato. Però – ha aggiunto il ministro – i fatti sono fatti e poichè il governo italiano e magari questo ministero è stato accusato di non aver fatto niente, qui bisogna rispondere non in termini emotivi ma procedurali.
La procedura internazionale non consentiva – come hanno fatto non tanto i familiari ma l’avvocato ungherese – di accogliere la domanda che ha fatto lui. Lui ha chiesto gli arresti domiciliari in Italia al giudice ungherese: questo è assurdo, sarebbe come chiedere ad un romano gli arresti domiciliari in Ungheria. Questo non è previsto dalla procedura per attivare i domiciliari in Italia. La procedura era chiarissima: occorreva chiedere gli arresti domiciliari subito in Ungheria e poi da lì sarebbe scattata la normativa internazionale per la quale sarebbe stato possibile, sempre che questa richiesta fosse stata accolta dalla giurisdizione sovrana dell’Ungheria, attivare il sistema”.
Nordio ha chiarito che la sua è stata ‘una critica puramente giuridica, ma la riconfermo, non è colpa mia se l’avvocato ungherese ha attuato una procedura che era irricevibile, con tutto il rispetto per il dolore del padre. E infatti adesso la stanno seguendo perché hanno accolto i nostri consigli”.
Lo ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, a 24 Mattino su Radio 24.