AgenPress. Il personale specializzato del GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, unitamente a militari dell’Arma, hanno sorpreso in un’abitazione sita nel territorio del Comune di Benestare (RC), il latitante Bruno Gioffrè.
Bruno Gioffrè era sfuggito al provvedimento restrittivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina, che aveva disposto la custodia cautelare personale nei confronti di 61 soggetti (48 dei quali in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 7 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), promotori e partecipi di una strutturata organizzazione criminale dedita, secondo l’impostazione accusatoria, alla gestione di un lucroso traffico di sostanze stupefacenti sull’asse tra la Calabria e la Sicilia.
In particolare, le indagini, condotte in maniera sinergica dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Messina e dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di Messina, hanno riguardato una delle principali piazze di spaccio del capoluogo peloritano, il quartiere di Giostra, già teatro di eventi criminali e noto per la significativa presenza di esponenti di spicco della locale criminalità organizzata, anche di matrice mafiosa.
La rete gestiva un imponente traffico di sostanze stupefacenti di varia natura e vantava stabili canali di approvvigionamento di varie tipologie di droga, dalla cocaina, alla marijuana e all’hashish, riferibili, tra gli altri, a soggetti con base operativa a Reggio Calabria e nelle roccaforti ndranghetiste di San Luca e Melito Porto Salvo.
All’inizio del corrente anno, il Giudice per l’Udienza Preliminare di Messina ha emesso sentenza di condanna per complessive 47 persone che avevano scelto il rito abbreviato.
Tra le condanne spiccano i 12 anni di reclusione per Bruno Gioffrè, originario di San Luca (RC). Si tratta di pronunciamento che dovrà comunque trovare conferma nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato.
Il ricercato è stato sorpreso nell’abitazione di una coppia di coniugi a lui vicini per vincoli di parentela, arrestati in flagranza di reato per aver fiancheggiato e favorito la sua latitanza, offrendogli vitto e alloggio, e posti agli arresti domiciliari dall’Autorità Giudiziaria competente.
Bruno Gioffrè, proprio su richiesta della Guardia di Finanza di Messina, era stato di recente inserito, a livello centrale, nella lista dei cento latitanti più pericolosi.
La cattura è stata resa possibile grazie anche al coordinamento e alla sinergia tra le Procure Distrettuali di Reggio Calabria e Messina e della Procura di Locri.