Nuovi dati indicano che oltre 750.000 persone stanno vivendo livelli catastrofici di insicurezza alimentare con 25,6 milioni di persone che affrontano la fame a livelli critici
AgenPress. Le nuove allarmanti proiezioni sulla sicurezza alimentare per il Sudan pubblicate oggi mostrano che il Sudan sta affrontando una devastante catastrofe alimentare su una scala mai vista dai tempi della crisi del Darfur nei primi anni 2000, avvertono i capi di tre agenzie delle Nazioni Unite.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e l’agenzia ONU World Food Programme (WFP) hanno lanciato l’allarme sul rapido deterioramento delle condizioni della popolazione sudanese, in particolare dei bambini, a causa della compromissione della sicurezza alimentare a causa della guerra che devasta il paese da più di un anno. Collettivamente, in Sudan le agenzie hanno mobilitato una risposta umanitaria su larga scala, come anche nei paesi vicini dove più di 2 milioni di rifugiati hanno cercato salvezza.
Sono urgentemente necessari un cessate il fuoco immediato e rinnovati sforzi internazionali – sia diplomatici sia finanziari – nonché un accesso umanitario continuativo e senza ostacoli al fine di permettere un’ulteriore ampliamento della risposta umanitaria e consentire alle agenzie di agire con la rapidità necessaria.
Il veloce deterioramento della sicurezza alimentare in Sudan ha portato 755.000 persone in condizioni catastrofiche (IPC Fase 5), con rischio di carestia in 14 aree, secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Integrated Phase Classification. Le condizioni peggiori si registrano nelle zone più colpite dai combattimenti come nelle zone dove sono confluite le persone sfollate a causa del conflitto. Un totale di 25,6 milioni di persone affrontano livelli elevati di fame acuta (Fase 3+ dell’IPC). Ciò significa che per metà della popolazione del Sudan, martoriata dalla guerra, nutrire se stessi e le proprie famiglie è una lotta quotidiana.
Si tratta della prima volta che condizioni catastrofiche (IPC Fase 5) vengono confermate in Sudan dall’inizio dell’IPC nel 2004. A differenza della crisi del Darfur di vent’anni fa, la crisi attuale abbraccia l’intero paese, con livelli catastrofici di fame che raggiungono persino la capitale Khartoum e lo Stato di Gezira, un tempo granaio del paese.
Questi nuovi dati mostrano anche un netto peggioramento per la popolazione del Sudan rispetto all’ultima proiezione, pubblicata nel dicembre 2023, che registrava 17,7 milioni di persone a livelli di fame acuta (IPC Fase 3+). Ciò includeva quasi cinque milioni di persone che versavano in livelli emergenziali di fame (Fase 4 dell’IPC), mentre oggi le previsioni indicano, in questa fase 4 IPC, 8,5 milioni di persone.
“La nuova analisi dell’IPC ha rivelato un aggravamento e un rapido deterioramento della situazione della sicurezza alimentare in Sudan, con la vita di milioni di persone a rischio”, ha dichiarato QU Dongyu, Direttore Generale della FAO. “Stiamo ora consegnando sementi salvavita per la stagione principale della semina. Il tempo stringe per gli agricoltori del Sudan. La FAO richiede urgentemente 60 milioni di dollari per far fronte alle parti non finanziate del suo Piano di prevenzione della carestia per garantire che le persone, soprattutto quelle che vivono in aree inaccessibili, siano in grado di produrre cibo localmente ed evitare carenze alimentari nei prossimi sei mesi. Dobbiamo agire collettivamente, su larga scala, con accesso senza ostacoli, per il bene di milioni di vite innocenti che sono in bilico”.
“La squadra del WFP in Sudan sta lavorando senza sosta, in condizioni pericolose per fornire assistenza salvavita, ma questi numeri confermano che il tempo per prevenire la carestia sta rapidamente esaurendosi. Per ogni persona che abbiamo raggiunto quest’anno, altre otto hanno disperatamente bisogno di aiuto”, ha dichiarato Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del WFP. “Abbiamo urgentemente bisogno di una massiccia espansione dell’accesso umanitario e di finanziamenti, per poter incrementare le nostre operazioni di soccorso e fermare lo scivolamento del Sudan verso una catastrofe umanitaria che minaccia di destabilizzare l’intera regione”.
“Gli ultimi dati illustrano l’impatto devastante che il conflitto in Sudan sta avendo sui bambini”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF. “La fame e la malnutrizione si stanno diffondendo ad un ritmo allarmante e senza una coordinata azione internazionale e finanziamenti, c’è il serio pericolo che la situazione sfugga ad ogni controllo. Non c’è tempo da perdere. Qualsiasi ritardo nell’accesso senza condizioni alle popolazioni vulnerabili sarà misurato in termini di perdita di vite di bambini”.
La FAO, l’UNICEF e il WFP stanno conducendo sforzi multisettoriali di prevenzione della carestia che raggiungono le popolazioni di tutto il Sudan.
Quest’anno il WFP ha assistito oltre tre milioni di sfollati e persone vulnerabili in Sudan e sta intensificando l’assistenza per raggiungere altri cinque milioni di persone entro la fine dell’anno. Il WFP sta lavorando urgentemente per espandere l’accesso e aprire nuovi corridoi umanitari – dai paesi vicini e in prima linea. Quest’anno il WFP ha consegnato forniture alimentari e nutrizionali a circa mezzo milione di persone nella regione del Darfur tramite convogli che attraversano il Ciad – e nelle prossime settimane sono previsti altri convogli che trasporteranno forniture alimentari e nutrizionali per circa 250.000 persone. Il WFP sta inoltre preposizionando assistenza nei valichi chiave e nelle rotte di rifornimento mentre inizia la stagione delle piogge, quando molte strade nel Darfur e in altre regioni del Sudan diventano impraticabili.
Dopo aver raggiunto 3,8 milioni di persone nella prima metà dell’anno attraverso la distribuzione di sementi invernali e vaccinazioni, la FAO si sta ora preparando a sostenere più di 1,8 milioni di famiglie di agricoltori e pastori in Sudan, circa 9 milioni di persone, affinché riprendano le attività di sostentamento e producano cibo localmente. La FAO ha acquistato quasi 8.000 tonnellate di sementi di cereali (sorgo e miglio) e raggiungerà oltre 870.000 famiglie di agricoltori in tutto il Sudan, compresi il Darfur e il Kordofan, dove l’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli catastrofici. L’esperienza della FAO dimostra che anche in contesti di conflitto, gli agricoltori riescono a produrre cibo se possono accedere alla terra e ai fattori produttivi.
Dall’inizio del conflitto nell’aprile 2023, l’UNICEF ha raggiunto quasi 5,5 milioni di bambini con screening nutrizionali e oltre 322.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave con cure salvavita. L’UNICEF sta intensificando la risposta multisettoriale insieme ai partner umanitari per prevenire ulteriori morti infantili, garantendo l’accesso all’acqua potabile a oltre 5 milioni di persone e avendo vaccinato oltre mezzo milione di bambini contro il morbillo nei primi cinque mesi di quest’anno. L’UNICEF sta inoltre facendo in modo che i bambini ritornino a scuola, fornendo denaro a oltre 350.000 donne incinte e che allattano e alle loro famiglie, e compiendo tutti gli sforzi per proteggere i bambini dalla violenza, dalla separazione familiare e da traumi.