AgenPress. Due cittadini di nazionalità indiana, residenti in Cologna Veneta (VR) hanno costretto a lavorare 33 loro connazionali – tutti sprovvisti di documento di identità – in totale stato di sfruttamento, maltrattamento e segregazione, costringendoli a vivere in condizioni precarie e degradanti, in evidente spregio di qualsivoglia norma igienico-sanitaria.
La tempestiva emissione delle ordinanze si è resa necessaria alla luce dell’elevato rischio di inquinamento probatorio: infatti, uno dei due caporali – repentinamente rientrato in India il giorno seguente al blitz – aveva iniziato ad esercitare forti pressioni nei confronti delle famiglie dei braccianti affinché gli stessi ritrattassero quanto riferito ai Finanzieri. Le stesse si erano indebitate, arrivando anche ad impegnare tutti i loro beni, per pagare i 17.000 euro richiesti dai caporali con cui avevano garantito il permesso di lavoro per l’ingresso e la permanenza nel territorio Italiano. Qualche giorno dopo il suo rientro in Italia, l’amara sorpresa.
Nella mattinata di oggi, infatti, i Finanzieri della Compagnia di Legnago hanno dato esecuzione ai due provvedimenti – emessi dal GIP del Tribunale di Verona – a carico dei responsabili, i quali sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Montorio Veronese a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.