AgenPress. “La medicina difensiva è un flagello perché costringe i medici ad una forma comprensibile di autotutela che, oltre a comportare costi per il Sistema Sanitario Nazionale, espone i pazienti a dei rischi che provengono dal doversi sottoporre ad esami invasivi che possono essere anche pericolosi, e inoltre genera un’alta percentuale di contenzioso in ambito giudiziario“.
Lo ha detto il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel suo intervento di chiusura al 126° Congresso nazionale della Società di Chirurgia Italiana che si è chiuso oggi a Roma.
“L’intenzione del Governo è limitarne le criticità e il lavoro della Commissione di studio da me istituita e presieduta dal Cons. Adelchi D’Ippolito, il cui lavoro ora ultimato e al vaglio dell’ufficio legislativo del nostro Ministero in condivisione con il Ministero della Salute, va proprio in questa direzione. Dobbiamo mettere gli operatori sanitari nelle condizioni di lavorare serenamente, senza pressioni: un procedimento giudiziario, che può durare anche diversi anni, è devastante per il medico che lo subisce, per la sua famiglia e i suoi collaboratori. Il nostro obiettivo è proteggere i medici da cause legali ingiustificate, valorizzando al contempo la qualità dell’assistenza sanitaria“, ha esposto il Guardasigilli.
Il ministro Nordio ha inoltre ricordato il recente decreto che introduce l’arresto in flagranza per chi aggredisce personale sanitario o socio-sanitario, sottolineando che “aggredire un camice bianco mentre è nel pieno della sua attività è un atto vile che destabilizza la stessa situazione sanitaria dei pazienti”. Quanto alla scelta dei periti e dei consulenti nei contenziosi medico-legali, Nordio ha sottolineato che “il consulente nominato dal Pubblico Ministero deve essere un organo collegiale, perché nominando un professionista singolo è più facile che questo incorra in errori. E’ fondamentale che i consulenti abbiano un curriculum comprovato”.
Il Ministro ha concluso il suo intervento parlando di Intelligenza Artificiale, cybercrime e dati sensibili: “mentre fino a ieri il problema era essenzialmente quello della captazione dei dati sanitari, oggi quest’ultimi si possono addirittura alterare e rendere verosimili ricorrendo all’Intelligenza Artificiale. Come tutte le creazioni umane, anche l’IA può e deve essere governata dal cervello umano, che non sarà mai sostituibile. L’innovazione tecnologica va gestita, per essere trasformata da rischio a opportunità”.