Giornata vittime mafie, Nordio: “Impegno a una ricostruzione fedele dei fatti sulle tante morti; senza verità non c’è giustizia”

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AgenPress. In occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, il videomessaggio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che potrà essere diffuso durante le manifestazioni che, in tutta Italia, celebrano questa ricorrenza. Di seguito il discorso:

«Una delle frasi più nobili e commoventi del Vangelo di Giovanni è “soltanto la verità vi farà liberi”. In questo senso, anche la giustizia è coniugata strettamente alla verità; non può esserci giustizia se non vi è la verità, intesa come ricostruzione fedele dei fatti che hanno portato a tanti lutti nel nostro Paese.

In questo giorno di commemorazione delle vittime delle mafie, noi possiamo dire che molto cammino è stato fatto nella lotta contro la criminalità organizzata; e altro ne resta da fare, probabilmente, per trovare quelle verità che fino ad ora possono esserci sfuggite. È un compito al quale è dedicata la magistratura, sono dedicate le forze dell’ordine, è dedicata la stessa attività di governo.

La ricostruzione fatta dall’uomo degli eventi è, come tutte le attività umane, fallibile; è un’impresa ardua proporci una ricostruzione fedele al 100% di quello che è accaduto nel passato. La stessa verità processuale talvolta non coincide con la verità storica. In questo senso, quando tutti i protagonisti – com’è nella natura delle cose – saranno usciti di scena, sarà compito degli storici ricostruire, nei limiti del possibile, tutti questi eventi luttuosi. Ma per quanto ci riguarda, noi, ora e qui, dobbiamo affermare che l’attività e la tensione operativa del Governo, del Ministero, della magistratura, delle forze dell’ordine, degli stessi cittadini, è e deve essere orientata verso la più possibile vicinanza a questa verità da ricostruire.

La verità ci avvicinerà, ripeto, alla giustizia, sempre nella consapevolezza che si tratta di una giustizia imperfetta, come è imperfetta la natura umana. Ma queste considerazioni abbastanza filosofiche non devono essere interpretate come un venir meno della speranza, e soprattutto della determinazione, nell’usare tutte le nostre forze possibili per ricostruire questi eventi.

Ed è nella venerata memoria delle vittime della mafia – a cominciare ovviamente dai colleghi magistrati, per finire con tutti quelli che hanno dato la vita per difendere le nostre istituzioni, e anche con quelli che senza appartenere a forze dello Stato sono state vittime, anche occasionali, di queste attività criminali – che noi dobbiamo riaffermare il nostro impegno solenne e incondizionato ad agire per operare, nei limiti del possibile, una ricostruzione dei fatti aderente al vero.»

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