AgenPress. Con la scelta di stralciare e di procedere con la fiducia di fatto il Governo ha impedito il confronto svuotando di significato il dibattito parlamentare e limitando la partecipazione delle minoranze e la qualità del processo legislativo.
Come SUNIA, tra i numerosi nuovi reati presenti nel decreto confermiamo la netta critica ed il dissenso per l’introduzione di un nuovo reato che, con pene altissime, rischia di colpire indiscriminatamente e duramente specificamente nel settore abitativo, con la concreta possibilità di estendere questo grave provvedimento alle migliaia di famiglie che oggi vivono il dramma dello sfratto esecutivo, in maggior parte per morosità incolpevole o per finita locazione che oggi rischiano di essere considerati occupanti senza titolo.
Se non si interviene sulle cause strutturali dell’emergenza abitativa i problemi tenderanno a ripresentarsi in altre forme o in altri contesti.
La repressione può avere un effetto deterrente a breve termine, ma senza politiche mirate che risolvono il problema del disagio abitativo difficilmente si otterrà una soluzione duratura.
E’ cosa nota, inoltre, che i contenuti di questo decreto configurano precisi rischi di incostituzionalità già denunciati da giuristi e avvocatura.
Come SUNIA continueremo a proporre e a sostenere tutte le iniziative che contrastano la criminalizzazione del bisogno di un alloggio perché è inaccettabile che la mancanza di casa venga punita invece che risolta.