AgenPress. L’associazione Codici esprime forte contrarietà rispetto alla decisione dell’Unione Europea di eliminare l’esenzione da dazi e IVA per gli acquisti online provenienti da Paesi extra-UE sotto i 150 euro. Una scelta che, pur presentata come intervento contro la concorrenza sleale, si tradurrà, nei fatti, in un aggravio economico per milioni di cittadini e in un rallentamento della competitività europea.
L’imposizione di dazi e IVA sui piccoli acquisti dall’estero comporterà un aumento immediato dei prezzi, riducendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie. A ciò si aggiungeranno probabili ritardi nelle consegne dovuti a maggiore congestione doganale e possibili commissioni aggiuntive applicate dagli operatori logistici. Il consumatore europeo rischia così una doppia penalizzazione: pagare di più e ricevere un servizio peggiore.
Codici denuncia come questa impostazione tariffaria rappresenti una forma di protezionismo inefficace, che rischia di indebolire la concorrenza invece di rafforzarla. La riduzione della pressione competitiva nei confronti dei produttori europei può generare un pericoloso effetto di adagiamento, riducendo gli incentivi a innovare, migliorare i prodotti e contenere i costi. Inoltre, l’aumento dei prezzi dei componenti tecnologici importati penalizzerà startup, PMI, ricercatori e imprese che utilizzano prodotti low-cost per sperimentazione, prototipazione e sviluppo. Una scelta miope e in contrasto con gli obiettivi della transizione digitale e delle politiche europee sull’innovazione.
L’associazione Codici sottolinea come la misura, generalizzata e priva di distinzione tra pratiche scorrette e commercio legittimo, rischi di distorcere il mercato anziché riequilibrarlo. La tutela del commercio locale non può tradursi in una compressione dei diritti dei consumatori, né in barriere tariffarie che riducono la libertà di scelta. È necessario intervenire con controlli mirati, regolazione intelligente e politiche industriali moderne, non con strumenti che ricordano modelli protezionistici già dimostratisi controproducenti.
Con il reclamo presentato alla Commissione Europea, Codici chiede:
· il riesame della misura sotto il profilo del rispetto dei principi del TFUE (proporzionalità, tutela del consumatore, libera circolazione delle merci);
· la pubblicazione e verifica delle valutazioni d’impatto preparatorie;
· la sospensione o revisione del provvedimento qualora si confermi la sua natura distorsiva e regressiva.
