AgenPress. In relazione all’anticipazione diffusa nelle scorse ore dalle agenzie di stampa del contenuto della seconda puntata dell’inchiesta che Report sta conducendo sul Garante per la privacy e in particolare al preteso danno erariale che l’Autorità avrebbe determinato con la sua decisione nel caso Smart Glasses, si ritiene necessario precisare che la ricostruzione proposta è destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di mala fede.
Nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale è mai stato configurabile nel corso del procedimento nell’ambito del quale il Collegio ha, semplicemente, ritenuto – all’esito di un’articolata discussione di una fattispecie nuova e particolarmente complessa mai affrontata da nessuna altra Autorità di protezione dei dati personali in Europa – di non aderire a una mera proposta sanzionatoria proveniente dagli uffici responsabili dell’istruttoria, non condividendone i presupposti di fatto e diritto.
La decisione è il risultato dell’ordinaria e naturale dialettica tra gli uffici dell’Autorità e il Collegio del Garante, una dialettica codificata nella disciplina vigente che, appunto, assegna ai primi il compito di condurre l’istruttoria e formulare una proposta di decisione e, al secondo, quello di assumere, sulla base degli atti dell’istruttoria medesima e delle regole del diritto la decisione finale.
La non corrispondenza tra proposta e decisione finale è, pertanto, fisiologica e insuscettibile anche in astratto di configurare qualsiasi ipotesi di danno erariale ogni qualvolta il Collegio ritenga di discostarsi da una più severa proposta sanzionatoria degli uffici.
Il Garante auspica che, preso atto di quanto precede e svolti i necessari approfondimenti in diritto, il programma si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio relativo agli Smart Glasses, riservandosi ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti.
La vicenda riguarda Meta e la multa per il primo modello di smart glasses appunto, a cui si contesta la violazione della privacy degli utenti e delle persone riprese.
Stando a quanto si sostiene nell’inchiesta del programma Rai, i dipartimenti del Garante avevano proposto una sanzione da 44 milioni di euro, registrando però la contrarietà del collegio. Inizialmente la multa sarebbe stata allora tagliata a 17 milioni e poi, dopo un incontro tra Agostino Ghiglia (membro dell’Autorità sostenuto da Fratelli d’Italia ed ex parlamentare di Alleanza Nazionale), e Angelo Mazzetti (responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia), sarebbe stata ulteriormente abbassata a 12 milioni e mezzo di euro.
Il Garante chiede dunque a Report di non mandare in onda il servizio, almeno non nelle fattezze in cui è stato presentato.
