Quando però l’altro giorno al parco mi sono girata di scatto al grido “Eugenio!”, ed era un cane, seguito dall’invocazione “Gianmaria!”, per un altro cane, mi sono resa conto plasticamente di una cosa che percepisco da tempo”.
Lo scrive in un post Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia e la natalità, dopo le polemiche seguite ad alcune sue affermazioni di ieri.
“E cioè che c’è nelle persone un gran bisogno di compagnia, di affettività, di calore familiare. Un bisogno che in una società sempre più atomizzata, in un mondo di crescenti solitudini, spesso viene riversato in via esclusiva su questi animaletti, come ha osservato prima e ben più autorevolmente di me Papa Francesco.
Ciò che mi colpisce non è l’amore, che io per prima provo per loro. Non è il bisogno, che trovo profondamente umano. E’ proprio questa esclusività, mentre io vorrei una società in cui i cani e i gatti sono affetti “di casa” ma in case più vive e popolate di persone.
Non sarebbe stato difficile capirlo, se solo non si fosse animati dalla volontà di equivocare tutto a tutti i costi. E ora via alla prossima strumentalizzazione, che già immagino”.