Caro benzina. Urso, nessun taglio accise, la situazione non è così tragica. Abbiamo tagliato cuneo fiscale

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AgenPress – “Da due giorni i prezzi sono sostanzialmente stabili. Grazie al provvedimento del governo che ha imposto di esporre i prezzi medi, il consumatore può fare un confronto, scegliere e risparmiare. Ma vedo che tutti i mezzi di informazione preferiscono titolare sul caso di un solo distributore sulla Milano-Varese perché propone la super a 2,7 euro”.

Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, secondo il quale la situazione sul caro benzina non è così tragica.

“La realtà di quanto accade nel resto dei 22mila distributori italiani è ben diversa. I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia, ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile”, ricostruisce. Niente taglio delle accise. “Il presidente Draghi prese quella decisione in un momento eccezionale. Il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose”.

Draghi è intervenuto con un taglio parziale a fronte di un’emergenza quando il prezzo era arrivato a 2,20 euro al litro, mentre ora la media è 1.945 quindi ben sotto quella soglia. Se noi riproponessimo quella misura dovremmo trovare in altro modo e con altre tasse 12 miliardi di euro l’anno, che sono ben più di quanto costava il reddito di cittadinanza”.

Urso ha quindi spiegato che il governo ha una “strategia ben chiara: abbiamo preferito utilizzare quelle risorse per tagliare per due volte il cuneo fiscale. La prima volta con la manovra dello scorso anno e la seconda con la manovra del primo maggio perché noi siamo andati in soccorso delle famiglie italiane, di quelle più bisognose, e in quella direzione andiamo ancora”.

“Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra  che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro”.

 

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