Gaza: Il dramma delle donne incinte

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AgenPress. Amal Abu Aisha, una donna della Striscia di Gaza fuggita dalla sua casa, condivide con gli operatori umanitari di ActionAid le sue preoccupazioni per lo sfollamento verso Sud e per sua figlia Razan, incinta e pronta a partorire, ma che rimane nella sua casa senza nessuno che possa prendersi cura di lei o aiutarla con il parto: “Non so cosa fare, visto che suo marito sta svolgendo il suo dovere di medico negli ospedali di Gaza in questa difficile situazione. Non posso raggiungerla e lei non può spostarsi in ospedale a causa dei continui attacchi e del sovraffollamento degli ospedali. Ho solo bisogno di starle accanto… è il suo primo figlio. Non riesco a immaginare come possa sopportare da sola i forti dolori del travaglio”.  

Riham Jafari, coordinatore Advocacy e Comunicazione per la Palestina, spiega: “Mentre migliaia di persone fuggono verso sud abbandonando le proprie case e comunità, è preoccupante assistere alle minacce di colpire ospedali e infrastrutture civiliuna enorme violazione del diritto internazionale e disprezzo per le vite umane.

Siamo particolarmente preoccupati per l’impatto devastante sulle 50.000 donne incinte presenti a Gaza in questo momento e sui neonati, che vengono lasciati senza cure mediche essenziali e senza la sicurezza che meritano, mentre viene chiesto alla popolazione civile di compiere la scelta impossibile di fuggire senza alcuna garanzia di sicurezza o di rimanere a rischio di morte quasi certa”. 

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