Agenpress – “Dico con chiarezza e serenità che sugli operatori di mercato si esprimerà la magistratura e gli inquirenti, con i quali stiamo collaborando riguardo a documentazioni e dati. Se qualcuno se ne è approfittato dovrà pagare e pagherà”.
Così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nella sua relazione al Consiglio regionale, in merito alla questione mascherine. Zingaretti avrebbe affidato una commessa da ben 35 milioni di euro a un negozio di lampadine di Roma. E di queste mascherine al servizio sanitario laziale non è arrivata nemmeno una scatola.
A fare le pulci coprendo le determine dirigenziali di spesa (atti che non vengono mai resi pubblici alla faccia della trasparenza) è la consigliera di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo che ha voluto vederci chiaro nella maxi fornitura da 35,8 mln che la Regione, attraverso il Dipartimento Protezione Civile, ha affidato senza gara e senza confronto con altri operatori alla Eco.Tech Srl con sede in un negozio di via Po a Roma, per acquistare le mascherine e così forma una determina di acquisto lo scorso 16 marzo, con la quale in affidamento diretto prenota dispositivi per 11,3 mln di euro. Sempre il 16 marzo, nuova determina di spesa, questa volta da 10 mln e 565 mila euro. Passano poche ore e sull’onda dell’urgenza e delle polemiche da parte dei medici per l’imposssibilità di avere i presidi, arriva un’altra forma su un altro atto di spesa per un valore di 13,9 milioni di euro. E’ un mare di soldi che dovrebbe garantire una pioggia di mascherine per un totale di 35,8 milioni di euro”.
“Di fronte all’inadempienza di un fornitore – ha aggiunto Zingaretti – sono state messe in campo tutte le iniziative necessarie per appurare la verità, la consistenza delle garanzie offerte e il ristoro dell’amministrazione”. Zingaretti ha ricordato che “la Ecotech ha comunicato di aver sottoscritto accordi con i suoi fornitori per restituire l’anticipo” che esiste “un piano di rientro per la restituzione. Vigileremo con grande rigore – ha sottolineato – perché l’impegno preso sia rispettato, informando il Consiglio e le autorità finché l’ultimo euro non sia tornato nella cassa della nostra istituzione. Va avanti anche l’iter sulle polizze. Abbiamo chiesto il 1 maggio l’escussione, e il 15 maggio è il termine ultimo. Anche su questo diamo aggiornamenti alla procura e inquirenti. Se qualcuno s’è approfittato, in questo stato di necessità, dovrà pagare sul fronte della giustizia”.
“Anche questa vicenda deve essere utilizzata per non aver paura di ripensare il modo in cui opera il settore pubblico. Noi organizziamo simulazioni di protezione civile, allenando le squadre nell’allestimento di campi di emergenza. Evidentemente la tragedia Covid ci obbliga a progettare analoghi manuali di interventi in emergenza per la produzione o l’approvvigionamento di beni su vasta scala, con tempi mai pensati prima”, ha detto ancora.
“Agli eventi avversi si reagisce migliorando l’assetto delle procedure – ha aggiunto – Per questo informo che ho chiesto l’attivazione di un audit, che discuteremo anche qui, sulle procedure in questione per predisporre un nuovo piano in presenza di eventi eccezionali, con nuove procedure di acquisto spedite e trasparenti, ma nello stesso tempo ispirate a meccanismi di garanzia ed efficacia”.