AgenPress. È nata l’Europa. Ha preso coscienza che non si può più smontare e ha pagato ai bottegai olandesi e austriaci il conto (poco frugale) che la storia riconosce ai disturbatori dell’ultima curva. La cancelliera Merkel ha fatto con Macron l’esatto contrario di quello che fece con Sarkozy.
Nel primo caso con la benzina dell’austerità trasformò il cerino greco in un incendio che divampò in tutti i Paesi del Sud Europa ai quali “regalò” la seconda recessione e la deflazione. Si muovono lei e la pattuglia degli alleati frugali del Nord e, come in un giallo di Agatha Christie, mettono in scena un dramma vero che ricalca la storia dei dieci piccoli indiani. Prima tocca alla Grecia, poi all’Irlanda e al Portogallo.
Puntuale arriva la volta della Spagna e, a seguire, la volta dell’Italia. Cadono Paesi come birilli sotto i colpi di una speculazione che si nutre, da un lato, degli errori rigoristi della Merkel e dei suoi alleati del Nord e, dall’altro, del calcolo miope del francese Sarkozy che sbaglia tutto in Libia e è terrorizzato dall’idea che, dopo l’Italia, possa toccare alla Francia e alle sue banche.
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