Asia Bibi chiede di incontrare il Papa. Appello al premier pakistano. No spose bambine

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AgenPress – Asia Bibi la donna pakistana cristiana condannata a morte per blasfemia in Pakistan, e poi assolta dalla Corte suprema nel 2018 e, infine, fuggita in Canada, dove vive in una località segreta, ha espresso il desiderio di incontrare Papa Francesco.

“Io ho due coroncine” del rosario “donate dal Santo Padre. Una è rimasta in Pakistan e l’altra è ancora con me ed ogni giorno recito il Rosario per la fede e per i perseguitati in Pakistan. Ringrazio il Santo Padre Francesco e Papa Benedetto che è intervenuto per me e ringrazio voi di Aiuto alla Chiesa che Soffre e anche tanti altri italiani che hanno pregato per me”.

Asia Bibi lancia un appello, durante un’intervista con il direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro, affinché si ponga fine al dramma delle ragazzine cristiane, rapite, convertite forzatamente all’islam e date in sposa ai loro rapitori. “So che queste ragazze sono perseguitate e faccio appello al Primo Ministro del Pakistan Imran Khan: per favore, aiuti le nostre ragazze perché nessuna di loro deve soffrire!”

Asia Bibi ha parlato anche della cosiddetta legge anti-blasfemia, cioè le norme del codice penale pakistano in base alle quali possono essere irrogati l’ergastolo o la pena capitale a chi si macchi di presunta blasfemia contro i simboli della religione maggioritaria.

“Al momento della fondazione e della separazione del Pakistan dall’India il fondatore Ali Jinnah, nel suo discorso di apertura, ha garantito libertà religiosa e di pensiero a tutti i cittadini”, ha ricordato Asia Bibi. “Oggi ci sono alcuni gruppi che usano le leggi esistenti ed io faccio appello al Primo Ministro del Pakistan specialmente per le vittime della legge sulla blasfemia e per le ragazze convertite con la forza, perché tuteli e protegga le minoranze che sono anch’esse pakistane. Da vittima do il mio esempio: io ho molto sofferto e vissuto tante difficoltà, oggi sono libera e spero che questa legge possa essere soggetta a cambiamenti che vietino ogni suo abuso”.

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