AgenPress. La Prof.ssa Giulia Marchetti, Professore Associato di Malattie Infettive Università di Milano afferente all’Ospedale San Paolo di Milano, è intervenuta questa mattina nel corso del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, riguardo l’aumento dei casi da Covid-19.
“La situazione a Milano e in Lombardia non è bella – ha detto la Prof.ssa Marchetti – io lavoro all’Ospedale San Paolo ma sono in contatto anche con i colleghi del Sacco, del San Raffaele e di tutti gli altri ospedali di Milano e della Lombardia. La situazione è di una grossa recrudescenza dell’infezione. Abbiamo numeri alti, che sono quelli che conosciamo perché sono quelli dei bollettini pubblici, abbiamo pazienti di età variegata, abbiamo anziani sopra i 65-70 anni ma anche molti giovani. Chiaramente i pazienti con età avanzata hanno una prognosi peggiore rispetto a quelli giovani, però ci sono anche pazienti di 40 anni che hanno bisogno di supporto respiratorio.”
“Non è una seconda ondata perché in epidemiologia si parla di seconda ondata quando si è arrivati a zero nella prima, cosa che non è avvenuta, è quindi una recrudescenza. Ogni giorno apriamo nuovi reparti e nuove strutture. Bisogna stare molto, molto attenti perché è un’infezione severa che può dare grossi problemi. Io lavoro nel reparto di malattie infettive che è a stretto contatto con le terapie intensive e le posso dire che stiamo riuscendo, ma con difficoltà, a gestire i pazienti, nel week-end appena passato abbiamo avuto un grossissimo afflusso di pazienti. Devo dire però che stiamo adoperandoci per adeguarci alla richiesta ma c’è bisogno della collaborazione e del buon senso di tutti.”
“Credo che le scelte fatte dal CTS siano corrette, stiamo facendo tantissimi tamponi e questo ci aiuta molto per capire in che direzione sta andando la pandemia. Le scelte prese in Lombardia dai decisori politici le condivido appieno. Siamo più preparati rispetto a Marzo perché abbiamo le armi ma, ripeto, c’è bisogno della collaborazione di tutti.”
“Sarei bugiarda se dicessi che questa situazione non mi fa paura. I medici e gli infermieri sono esseri umani e provano le stesse cose degli altri. Si, la situazione mi spaventa, io ho un figlio di 8 anni e la paura è una paura fisica ma anche psicologica. Sono convinta però che ne usciremo, come storicamente è sempre avvenuto, la strada per il vaccino è lunga però abbiamo la possibilità concreta di arrivarci con uno o più vaccini. I ricercatori stanno lavorando ad una velocità mai dimostrata, mai vista prima. C’è bisogno di mesi ma sarà possibile.”
“A casa tolgo la mascherina, lavo bene le mani e abbraccio mio figlio che va in una scuola pubblica e le scuole stanno lavorando molto bene e con rigore.”