AgenPress – “Non è corretto paragonare l’azione dell’esecutivo a quella delle cicale, che oziano e friniscono nella canicola.mIl governo la scorsa estate non è mai andato in vacanza” nella gestione dell’emergenza da Covid 19 in Italia.
Così risponde, in una lettera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’inchiesta del quotidiano la Repubblica sull’azione dell’esecutivo. “Se davvero in estate avessimo mollato la presa, oggi non potremmo contare sul rafforzamento dei nostri strumenti di difesa e vivremmo già in pieno lockdown generalizzato”.
Il premier scrive di non poter accettare che “passi il messaggio di un presidente e di un governo che hanno abdicato ai propri doveri approfittando della pausa estiva, che un solo weekend passato al mare o una singola cena a margine di un appuntamento istituzionale vengano così strumentalmente sottolineati”.
“Chiarisco, allora, che questa estate non ho mai concesso pause alla mia attività istituzionale. Anche nel mese di agosto sono stato sempre immerso nello studio dei vari dossier e nella soluzione dei vari problemi, avendo cura, insieme ai ministri competenti e ai vari esperti, che la piena ripresa delle varie attività sociali ed economiche avvenisse in piena sicurezza”, osserva.
“Dobbiamo continuare a essere determinati e rimanere uniti. E proprio per questo è importante ascoltare le differenti voci che si levano nel Paese”, prosegue Conte: “Non ricerchiamo alibi: possiamo e dobbiamo fare di più. Ma non abbiamo mai tirato i remi in barca. Questo governo non ha la bacchetta magica, ma ha le maniche della camicia sempre ben arrotolate, da quando è iniziata la pandemia. Dobbiamo prendere atto che siamo alle prese con uno tsunami che sta scuotendo l’intera Europa, mettendo in difficoltà tutti i Paesi”.
“Oggi abbiamo il doppio dei posti letto in terapia intensiva rispetto all’inizio dell’emergenza; abbiamo immesso nei servizi sanitari 36.000 nuovi medici e infermieri; mentre all’inizio dell’emergenza riuscivamo a fare 25.000 tamponi oggi arriviamo a farne 230.000 e siamo predisposti a farne molti di più; in primavera stentavamo a reperire dispositivi di protezione individuale anche per le categorie professionali più esposte, mentre oggi siamo pienamente autosufficienti e le distribuiamo gratuitamente ogni giorno a studenti, docenti, personale sanitario e forze di sicurezza. Senza gli innumerevoli tavoli di confronto, i 12 mila cantieri che hanno consentito di avere 40 mila aule in più, le gare per banchi e dispositivi digitali, non avremmo mai visto i nostri ragazzi rientrare in classe”.
Infine il premier ricorda che “questo Governo non ha la bacchetta magica, ma ha le maniche della camicia sempre ben arrotolate, da quando è iniziata la pandemia. Dobbiamo prendere atto che siamo alle prese con uno tsunami che sta scuotendo l’intera Europa mettendo in difficoltà tutti i Paesi”.