AgenPress. Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
Sul vaccino anti-covid. “Personalmente farò il vaccino –ha affermato Tobia-. Credo che dovrebbe essere obbligatorio per le categorie a rischio, che lavorano negli ospedali e a contatto con i malati. Credo che ci sia poco da discutere, soltanto un negazionista della prima ora può pensare di non sfruttare la possibilità di vaccinarsi contro il covid, mi sembra veramente una follia. La persona che non si vaccina rappresenterà un fattore di rischio per se stesso e per la collettività. Con questa enorme diffusione del virus su tutto il territorio nazionale, si va raggiungendo piano piano una sorta di immunità di gregge, ma serve ancora molto tempo quindi bisogna vaccinarsi, è un grande gesto di civiltà. Il vaccino anti-covid è un vaccino biomolecolare e potrebbe servire per la cura di tantissime altre malattie, quindi potrebbe rappresentare una svolta non solo nella lotta al covid, questa è una speranza che abbiamo”.
Sulla carenza di bombole di ossigeno negli ospedali. “E’ un problema serio, soprattutto in questo momento. Non è un problema solo della regione Sicilia. Le farmacie tracciano la vendita del farmaco ossigeno ai pazienti che ne hanno bisogno, ma molto spessi questi, un po’ per una questione culturale un po’ per paura di poterne avere bisogno in futuro, se la tengono in casa. Tutto questo chiaramente va a togliere una possibilità in più di avere l’ossigeno gassoso in farmacia che oggi salva una vita umana. Quindi abbiamo lanciato un appello a tutte le farmacie sul territorio nazionale affinchè sollecitino i propri pazienti a riportare in farmacia una bombola che salva una vita umana”.
Sui tamponi in farmacia. “Solo poche farmacie possono avere diversi ingressi e locali separati che poi possono essere sanificati. Non possiamo certamente pensare di fare un’operazione di questo genere all’interno della farmacia mettendo a repentaglio i nostri pazienti e il personale. Allora abbiamo proposto di fare questa attività fuori dalla farmacia, in gazebo o camper, questo sta già avvenendo in Trentino Alto Adige e nel Lazio”.
Sulla gestione della sanità in mano alle regioni. “Proprio nel momento dell’emergenza si sono dimostrati tutti i limiti del titolo V della Costituzione che a mio avviso andrebbe rivisto, perché sui temi fondamentali come la sanità ci dovrebbero essere valenze uguali per tutti i cittadini. Questa esperienza dovrebbe convincere il legislatore a cambiare”.