AgenPress – “Un fulmine a ciel sereno, anche se aspettiamo ancora di capire cosa significhi esattamente ‘sospensione dell’attività’. Abbiamo subito chiamato la nostra associazione, staremo a vedere”.
Lo afferma Maurizio Zoffoli, titolare dell’allevamento di visoni di San Marco (frazione alle porte di Ravenna), uno dei pochi rimasti in Italia e uno dei due dell’Emilia-Romagna, in un’intervista all’edizione ravennate del Resto del Carlino commentando l’ordinanza con cui il ministro alla Salute Roberto Speranza ha sospeso le attività di settore su tutto il territorio nazionale fino a fine febbraio quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico.
Il titolare spiega che si tratta di un’attività di famiglia aperta oltre 20 anni fa nella quale hanno investito tutti i loro soldi “per potere sempre rispettare le regole fissate dal Governo”. I diversi monitoraggi sia di Ausl sia del Nas, l’ultimo pochi giorni fa, hanno stabilito che “sia io che gli animali godiamo di buona salute”.
Zoffoli dice non avere un piano B? “Questa è un’attività “familiare, non abbiamo altro: qui abbiamo investito tutti i nostri soldi per potere sempre rispettare le regole fissate dal Governo: viviamo del nostro lavoro, di ciò che produciamo, non conosco alternative. Insomma, come si suol dire, se si chiudesse saremmo in brache di tela, si profilano ingenti, nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro, in un periodo, l’inverno, in cui la richiesta di pellicce è più alta.
Sulla sorte dei visoni afferma che “devono continuare a mangiare tutti i giorni, non vivono mica d’aria, non si possono mettere in naftalina per tenerli fermi lì fino a primavera…”.
Da quando è partita la pandemia da Covid-19, spiega che “sin dalla prima ondata, dentro all’allevamento entro solo io con le dovute precauzioni. Ai clienti mostro il lavoro finito, cioè la conciatura: ma mai l’animale vivo”.