Si apre così la lettera che la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha scritto alle delegate ai delegati in vista dello sciopero nazionale della Funzione Pubblica.
“Scioperano lavoratori che hanno pagato un prezzo altissimo anche in termini di contagi e morti nei luoghi di lavoro a causa del Covid, lavoratori che per 12 anni non hanno rinnovato il contratto, che hanno la contrattazione aziendale bloccata in un settore importante per il sistema Paese dove sono presenti 350.000 lavoratori precari con contratti a scadenza, nell’incertezza per il loro futuro e quello della loro famiglia.
I diritti di cittadinanza passano per l’efficacia e la puntualità del lavoro pubblico: non c’è qualità del servizio se non c’è qualità del e nel lavoro, non c’è diritto alla salute senza strutture adeguate e personale sanitario, non c’è sostegno alla famiglia e alla natalità quando mancano asili nido, strutture e personale nel sociale a sostegno della disabilità e della non autosufficienza, non c’è diritto alla sicurezza quando mancano strumenti e lavoratori dedicati!
La PA ha bisogno di riformarsi e innovarsi, ha bisogno di un grande piano di digitalizzazione e formazione, ma per fare tutto questo occorrono investimenti, visione e partecipazione dei lavoratori. Lo Stato datore di lavoro per i dipendenti pubblici non può non riconoscere il diritto al contratto per i suoi lavoratori, un contratto già scaduto da oltre 2 anni. Non si sostituisce la contrattazione con le circolari ministeriali, non è così che si realizza il cambiamento, questa è una mentalità vecchia e improduttiva.
Oggi il Paese tutto fa i conti con le scelte sbagliate del passato, tagli ai posti letto, alle piante organiche del personale, centinaia di migliaia di posti di lavoro pubblico cancellati, servizi ridotti all’osso. Tutto questo ha creato un Paese più diviso, ingiusto, diseguale e l’emergenza pandemica ha fatto emergere drammaticamente quanto il lavoro pubblico faccia la differenza! In questo contesto gli attacchi volgari che in questi giorni sono stati fatti ai sindacati confederali dopo la dichiarazione dello sciopero hanno un unico scopo: indebolire il sindacato e dividere i lavoratori, forse per distogliere l’attenzione sui veri problemi del Paese!
La battaglia dei lavoratori pubblici è la battaglia di tutti noi per la dignità del lavoro e della persona, perché senza i servizi siamo tutti più soli e più deboli.