AgenPress – La legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong ha portato “molta più stabilità sociale, sviluppo economico e libertà”. La portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, sull’incriminazione del magnate dei media pro democrazia Jimmy Lai, ha detto che “coloro che hanno perso la libertà erano collusi con forze straniere o hanno usato la cosiddetta ‘libertà’ per impegnarsi in attività che mettono in pericolo la stabilità e la libertà di Hong Kong”.
Non è la Cina, “ma alcuni altri Paesi che reprimono arbitrariamente individui, istituzioni cinesi e imprese in nome della sicurezza nazionale”.
La polizia di Hong Kong ha reso noto su Facebook che sono state arrestate 10.171 persone, tra il 9 giugno 2019 e il 30 novembre 2020, per le proteste pro democrazia e contro la legge sulle estradizioni in Cina: 2.389 le persone incriminate formalmente, di cui 695 per sommossa, 414 per manifestazioni illegali e 356 per danni. Delle 826 persone andate a processo, 679 hanno avuto conseguenze legali come reclusione e libertà vigilata. Infine, 40 arresti sono stati eseguiti per atti che mettevano a rischio la sicurezza nazionale, in base alla nuova legge imposta da Pechino ed entrata in vigore a fine giugno.