Troppi giornalisti uccisi o arrestati. Unesco, proteggere l’informazione come “bene pubblico”

AgenPress –  Sono stati 59 i giornalisti uccisi nel mondo nel 2020, tra loro quattro donne. Un numero di vittime, anche se in diminuzione rispetto agli anni passati, sempre troppo alto che spinge l’Unesco a sollecitare i governi a proteggere i giornalisti e l’informazione, da considerarsi ”un bene pubblico”.

Altri 235 sono stati imprigionati dai governi nazionali a causa delle loro attività considerate scomode. Attentati, arresti arbitrari, intimidazioni: per molti la professione del giornalismo continua a essere motivo di stress e paura per le ritorsioni che ne possono derivare.

Negli ultimi dieci anni, un giornalista è stato assassinato ogni quattro giorni e cresce l’impunità per i crimini commessi contro questi professionisti. Nei primi sei mesi del 2020, rileva l’Unesco, sono state circa 125 le manifestazioni in 65 paesi nel corso delle quali i giornalisti sono stati aggrediti o arrestati e il numero di incidenti ha continuato ad aumentare nella seconda metà dell’anno.

”In questo anno che si sta per concludere abbiamo compreso, come mai prima, l’importanza del giornalismo per la democrazia e per la protezione dei diritti dell’uomo”, ha dichiarato la Direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay.

”La pandemia è stata infatti una ‘tempesta perfetta’  che ha messo a rischio la libertà di stampa in tutto il mondo”.

La crisi pandemica ha minacciato la vitalità e la sopravvivenza stessa dei media, sottolinea l’organizzazione dell’Onu, in particolare a causa della massiccia perdita di entrate pubblicitarie, generando un ambiente ancora più precario per i media worker con nuove sfide al loro diritto di cercare, ricevere e trasmettere informazioni. Inoltre, in molti paesi, la legislazione di emergenza e le misure volte a frenare la diffusione del virus sono servite da alibi per limitare la libertà di espressione e di stampa. I giornalisti sono stati anche perseguiti per aver rivelato i fallimenti delle autorità nella gestione della crisi sanitaria.Dunque, ha sottolineato Azoulay ”proteggere il giornalismo è proteggere la verità”.

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie