AgenPress. Il senatore Lucio Malan, vice presidente vicario dei Senatori di Forza Italia, ha dichiarato:
“Il Governo italiano ha il dovere di dialogare con Pechino, ma dovrebbe farlo per difendere gli interessi italiani non quelli cinesi, oltre ad avere la decenza di reagire con un minimo di dignità alle feroci violazioni dei diritti umani da parte del regime del Partito Comunista Cinese.
Nel giorno in cui 53 giovani di Hong Kong vengono arrestati solo perché organizzavano una lista per le elezioni dell’assemblea legislativa locale, leggiamo sull’autorevole South China Morning Post che il ministro degli esteri cinese Wang Yi, ricevuto a sorpresa alla Farnesina a fine agosto, ha concordato in questi giorni con il suo omologo italiano Luigi Di Maio nuovi importanti passi avanti nella collaborazione fra i due paesi, in particolare in ambito di esplorazione spaziale, energia, economia digitale, settori strategicamente delicati e con tecnologia di altissimo livello.
Il fatto che la Farnesina non abbia detto nulla in proposito, contribuisce a far pensare che anche in questo caso, come nella imprudente adesione alla Via della Seta, gli unici a guadagnarci siano i cinesi, in termini politici ed economici.
Infatti, proprio oggi veniamo a sapere dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che le autorità della superpotenza asiatica hanno bloccato carne italiana, perché sarebbe rischiosa per la diffusione del Covid.
Il paese che ha causato la diffusione del Covid-19, con la connivenza dell’OMS, paradossalmente, contro ogni evidenza scientifica, sta insomma bloccando la carne italiana, forse la più controllata del mondo, perché potrebbe diffondere il Covid!
Ecco il risultato di accordi capestro, contro gli interessi dell’Italia, portati avanti alla chetichella, infischiandosi delle violazioni dei diritti umani. Del resto, dal 18 agosto il ministro Di Maio non risponde alla mia interrogazione nella quale ho chiesto perché ltalia si è astenuta sulla risoluzione presentata dal Regno Unito contro la repressione della libertà a Hong Kong. Certe cose non si fanno a caso.”