AgenPress. Massimo Boldi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino.
Massimo Boldi ha parlato un po’ di se: “Nella mia carriera ho cominciato lavorando di notte, come musicista nei night club. E’ cominciato tutto proprio per caso, il destino ha voluto che una passione diventasse la mia professione. Ho iniziato facendo il batterista in un gruppo musicale, dove come cantante c’era prima Claudio Lippi e poi Christian De Sica.
Poi sono arrivate televisione e cinema in un susseguirsi di sorprese. Ho avuto anche fortuna. All’epoca c’era la possibilità che chi aveva il talento aveva modo di dimostrarlo. Abbiamo vissuto un’altra epoca, gli anni ’60, ’70 e ’80 hanno riportato nel nostro Paese quella spensieratezza che permetteva alla gente anche di divertirsi. La mia verve comica? Ci sono nato, risale a quando ero bambino, abitavo sul Lago Maggiore, vicino alla Svizzera, i miei genitori si erano rifugiati in tempo di guerra, ho iniziato ad andare all’asilo e a scuola facendo il buffone.
I ragazzi, i genitori, ma soprattutto le bambine della mia età, mi chiedevano sempre di farle ridere. E sono cresciuto sempre con la voglia di scherzare. Come nasce il personaggio con la tachicardia? E’ nato perché ce l’avevo veramente, ho passato un periodo di super lavoro, avevo questa ansia, questa fobia, altri problemi, e allora ho cominciato a contarmi i battiti sul palcoscenico, è diventato uno slogan. Il soprannome ‘Cipollino’? E’ nato quando lavoravo con Teo Teocoli in una televisione privata lombarda”.
Sul cinema: “Io e De Sica abbiamo fatto 26 film in coppia. Come ci siamo conosciuti? Nel 1972, me lo portò un impresario importante, mi disse che mi avrebbe portato a cantare nel mio gruppo musicale il figlio di Vittorio De Sica. Christian aveva praticamente la mia età, cantava benissimo, siamo diventati amici. Poi il papà di Christian se ne è andato nel 1974 e ci siamo persi di vista. Ci siamo ritrovati nel 1984 nel film Yuppies e non ci siamo lasciato più. I film di Natale? Impossibile dire quello a cui voglio più bene. Ho un bel ricordo anche de ‘I due carabinieri’, con Verdone e Montesano. E’ una pellicola che mi ha lanciato come protagonista. Prima avevo fatto solo piccole partecipazioni, lì invece avevo un ruolo importante. Con una fine drammatica. E’ stato film che mi ha dato grande spessore. Dopo ho fatto il cugino di Pozzetto in ‘Ragazzo di campagna’. Ho provato anche a fare l’attore drammatico. Con Pupi Avati nel 1996, che mi propose un film chiamato ‘Festival’. Raccontava la vita di Walter Chiari”.
Tornando sui film di Natale: “La critica in passato ci ha inferto delle umiliazioni incredibili. Perché quando il pubblico corre al cinema e tu leggi che quello che fai non viene considerato un film, ci rimani male. Il termine ‘cinepanettone’ è un termine dispregiativo, almeno all’inizio. Poi è diventato di moda. Si soffre sempre quando uno fa un lavoro e lo criticano ci rimane male”.
Sulle cose che fanno paura nella vita: “Uno direbbe la morte, ma la morte non fa paura, è naturale, prima o poi capita a tutti. Mi fa paura il passare del tempo, vedere come muta la vita guardando la tua famiglia e vedendo come crescono i tuoi figli, i tuoi nipoti, vedendo come soprattutto si alternano momenti belli e di grande tristezza. Il momento più duro della mia vita? La morte della mia povera moglie. Il più bello? La nascita della mia prima figlia”.
Sui gossip che ogni tanto lo riguardano: “Io dopo essere rimasto vedovo ho avuto un rapporto con una donna molto più giovane di me. Con trent’anni meno di me. Siamo stati insieme molti anni. Poi dopo mi sono prezzemolato con tante amiche e conoscenze, sempre giovani. Io cerco di stare con le persone giovani per sentirmi giovane anche io. I gossip non mi danno fastidio, me ne frego altamente, basta vedere quante cose hanno scritto su di me dopo che mi sono lasciato con la mia precedente compagna. Ma io me ne frego, è tutto spettacolo, tanto le cose vere le so solamente io”.
Sul Milan: “Sono un grande tifoso, per me la parola scudetto si può pronunciare, la vedo bene. Ibra in un film di Natale? Meglio di no, si arrabbierebbe come una bestia”.