AgenPress – Alcune chiavi che consentono la generazione del Green pass europeo sarebbero state sottratte e con quelle sarebbero stati pubblicati e diffusi in rete programmi per creare certificati falsi.
Il furto delle ‘chiavi’ non sarebbe avvenuto in Italia: secondo quanto si apprende, dai primi accertamenti effettuati, non risulterebbero infatti attacchi informatici alla Sogei, la società di Information Tecnology del Ministero dell’Economia che per l’Italia fornisce i codici per generare i certificati verdi. Lo si apprende da fonti qualificate italiane secondo le quali si sarebbe già deciso di annullare tutti i pass generati con quelle chiavi.
In mattinata, inoltre, sarebbero in programma una serie di riunioni a livello europeo tra tutti i soggetti tecnici interessati per un’analisi approfondita della situazione. Non si conosce al momento il numero dei codici sottratti né se il problema riguardi anche l’Italia, anche se sono in corso accertamenti. Tutto nasce da una discussione su Raidforums, uno dei forum più seguiti del dark web, dove un utente chiede a un venditore polacco di creare un Green pass europeo intestato ad Adolf Hitler. Risultato? Con 300 euro ha ottenuto un certificato perfettamente funzionante, come confermato dallo stesso “cliente”.
Questi fake da qualche ora girano anche su alcuni gruppi di Telegram e i QR code sono validi sulle app di verifica, in Italia e in Europa. Sono almeno due quelli circolanti, entrambi intestati ad Adolf Hitler, ma con date di nascita differenti: una indica il primo gennaio 1900 e l’altra il 1930.
Il titolare del certificato è Hitler Adolf, nato il 1° gennaio 1900. Ovviamente sappiamo che il Fuhrer era nato il 20 aprile 1889 in Austria ma si tratta di un test che è stato richiesto da un utente in un forum dove qualcuno venderebbe Green pass fasulli, ma funzionanti per tutta l’Europa!
Quando i QR code quando vengono inquadrati dalle apposite app, sul display appare la spunta verde e la frase “certificazione valida in tutta Europa“, il che consentirebbe l’accesso ai luoghi di lavoro e di aggregazione se il verificatore non si accorgesse del fatto che siano intestati al dittatore nazista.
Gli utenti ipotizzano che a produrre il falso Green pass sia stato qualcuno che lavora in farmacia o in ospedale e ha dunque accesso al sistema di produzione dei certificati, mentre un noto leaker francese (che a sua volta ha testato la validità dei falsi certificati) ha capito da subito il problema: qualcuno ha avuto accesso alle chiavi di criptazione usate per firmare il certificato digitale del Green pass europeo.