AgenPress. Le riflessioni fatte da Bonini su Repubblica sono interessanti, ma hanno il difetto di non essere complete. In primo luogo non c’è niente di peggio delle leggi o dei regolamenti con valore retroattivo perché prima del caso Renzi-Mancini i membri del parlamento incontravano liberamente i dipendenti dei servizi e a questo proposito e’ anche molto discutibile sottoporre un vincolo di divieto alla libera attività del parlamentare che nelle sue funzioni dovrebbe poter liberamente interloquire con tutti.
Ovviamente diverso e’ il discorso sulle nomine e sui ruoli. Bonini ha ragione quando pone l’interrogativo sulla opportunità del passaggio diretto dalla direzione dei Servizi alla gestione di grandi imprese, però omette di citare il caso più rilevante in materia costituito dal dottore De Gennaro passato da capo della polizia a direttore dei servizi a Leonardo.
Ma il Dottor De Gennaro, allora capo della polizia, così come il comandante dell’Arma dei carabinieri dell’epoca Siracusa godettero da parte del governo Berlusconi di un trattamento di favore perché entrambi sarebbero dovuti essere sollevati dal loro incarico per gli errori commessi nella Impostazione e gestione del G8. Invece fu letteralmente decapitato tutto un pezzo del gruppo dirigente della polizia di Stato, ma non chi aveva all’epoca l’onore e l’onere del comando.
Ma all’epoca Berlusconi e Scajola furono largamente indotti in quell’errore anche dalla totale copertura che allora la sinistra diede specialmente al dottor De Gennaro. Per quello che riguarda l’oggi, Bonini coglie la singolarità dei rapporti speciali fra l’ex presidente del consiglio Conte e il dottor Vecchione.
L’opposizione frontale portata avanti da Conte nei confronti di Draghi discende anche dalla sostituzione fatta da Draghi per tutto ciò che riguarda i servizi (sottosegretario e direttore dei servizi).