AgenPress – Mentre la Cina si prepara per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, i giornalisti stranieri che lavorano nel Paese avvertono che la libertà dei media sta diminuendo a “velocità folle”, al punto da costringere alcuni di loro a lasciare il Paese.
La Cina è nota da tempo per le difficili condizioni di segnalazione per i media stranieri, ma i giornalisti con sede lì affermano di dover affrontare un pubblico sempre più ostile e nuove forme di intimidazione tra cui “trolling online, aggressioni fisiche, pirateria informatica e diniego del visto”.
Il Foreign Correspondents’ Club of China (Fccc), l’associazione non è riconosciuta dal governo cinese che riunisce una gran parte dei giornalisti stranieri nel Paese, ha presentato il rapporto 2021 sul deterioramento delle condizioni di lavoro degli iscritti da cui emergono i metodi usati contro reporter sgraditi o loro collaboratori, tra cui troll online, aggressioni fisiche, pirateria informatica, rifiuto di concedere i visti e sostegno a minacciare o ad avviare azioni legali.
“Il Fccc mette in luce questi sviluppi con allarme, dato che gli stranieri coinvolti in cause penali o civili e procedimenti legali in Cina possono essere soggetti al divieto di lasciare la Cina, in base ai precedenti”, con il ritiro del passaporto.
Tra i casi di intimidazioni più gravi ai danni dei giornalisti stranieri, il Club della stampa estera ha citato quelli della giornalista australiana di Cgtn, il canale in lingua inglese del network statale Cctv, Cheng Lei, e della giornalista cinese Haze Fan, dell’agenzia Bloomberg, entrambe in carcere da oltre un anno e di cui si sa molto poco.
Il corrispondente della Bbc, John Sudworth, e sua moglie Yvonne Murray, corrispondente di Rte, sono tra quelli costretti, insieme ai figli, a lasciare la Cina.
Secondo un sondaggio Fccc, il 62% degli interpellati ha detto di aver affrontato almeno una volta l’ostruzionismo della polizia o di altri funzionari durante il proprio lavoro, mentre il 47% ha lamentato molestie da individui non identificati e il 12% ha citato maltrattamenti, anche sul piano fisico. La copertura delle gravi inondazioni della provincia dello Henan, ad esempio, fu la causa di campagne di denigrazione online, anche istigate da entità statali. Sulle restrizioni ai visti, quasi il 50% degli uffici di corrispondenza sono allo stato sottodimensionati.