AgenPress – “In base alla legge egiziana oggi il mio legale presenterà al giudice tutte le prove e le evidenze e poi aspetteremo la decisione finale che potrebbe arrivare già oggi anche se il magistrato potrebbe rinviarla di qualche giorno o anche una settimana”.
Lo dice Patrick Zaki ha confermato che nel suo processo a Mansura si aspetta una decisione del giudice monocratico già oggi anche se l’annuncio della sentenza potrebbe slittare di alcuni giorni.
“Non penso che la sentenza sia messa a punto già oggi: potrebbero volerci alcuni giorni per redigerla”, ha aggiunto dicendosi preoccupato per le passate accuse di istigazione al terrorismo che la Procura egiziana aveva mosso sulla base di post su Facebook, ha detto di non ritenere che questo dossier verrà mai riaperto.
“Certo, sono preoccupato ma non penso che possano farlo. Perché dovrebbero farmi questo? Non c’é ragione”.
I dieci post pubblicati su un profilo che lui ritiene falso erano stati alla base dei 19 mesi di custodia cautelare in carcere che avevano preceduto l’apertura, a settembre, del processo nella sua città natale sul delta del Nilo.
Le accuse iniziali basate sui post avevano configurato fra l’altro i reati di “diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici” facendogli rischiare 25 anni di carcere. Il procedimento, la cui conclusione è attesa oggi, è invece incentrato esclusivamente su un suo articolo del 2019 sulle discriminazione dei cristiani egiziani. Per la mera “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” ipotizzata in merito all’articolo, la pena massima è di cinque anni di reclusione.
E comunque “spero che tutto vada bene. Sono un po’ ottimista e incrociamo le dita affinché accada qualcosa di buono, che chiudano il caso e prendano la decisione finale. Subito dopo proverò a tornare a Bologna, spero molto presto”.