AgenPress. “Alla devastazione degli edifici, pubblici e privati, religiosi e militari, corrisponde anche il crescente numero di violenze e di stupri subiti dalle donne ucraine e il rischio incombente della tratta di cui potrebbero essere ulteriormente vittime. Ci sono testimonianze concrete, esperienze raccontate in prima persona, in una guerra, che come tante altre guerre, ormai ha le donne come vittime senza appello.
Chi le risarcirà? Non a caso fuggono: fuggono con i loro figli, portando bambini sopravvissuti alla morte dei loro genitori, ma fuggono anche per salvare se stesse da un orrore senza fine. I racconti dell’orrore sono spesso custoditi con cura in una memoria ferita, che stenta a rievocarli nel timore che tornino a riattivare ferite non ancora rimarginate. A queste donne va offerta un’accoglienza che dia un volto nuovo a quella cultura che fa delle politiche di genere la nuova frontiera dei diritti umani.
Questa è una guerra che ha scelto come bersaglio le donne; donne che non erano andate in guerra e che non volevano la guerra, ma che dalla guerra sono dilaniate, come donne, come madri e come persone impegnate in prima linea nell’accoglienza e nella tutela dei tanti rifugiati. E che di questo servizio sono ripagate con lo stupro e la violenza. Lo strano volto della guerra che porta i soldati a considerare ancora una volta le donne come preda di guerra, come oggetti da usare e da abusare”.
Lo sostiene Paola Binetti, senatrice dell’Udc e responsabile Ufficio Pari Opportunità del partito.