AgenPress. Dacia Maraini è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Sui migranti.
“E’ chiaro che in questo momento ci sono delle crisi tremende dovute all’aumento della temperatura del nostro pianeta. C’è la siccità, c’è la fame e ci sono le guerre, per cui molti scappano dal proprio Paese. A questo come si risponde? Non è facile la risposta. Io sarei per accogliere tutti a braccia aperte, però è vero che ci sono problemi di identità e anche economici. I problemi vanno affrontati con generosità, con umanità e con intelligenza, questo si chiede ai governi.
Chi prende le decisioni deve avere questo atteggiamento, non mettere la testa sotto la sabbia e dire che non ci riguarda. Noi italiani continuiamo ad essere grandi emigranti, abbiamo un’emorragia di giovani laureati, preparati che se ne vanno via. Il problema va affrontato con equilibrio, senza odi e senza rancori, mettiamoci a discutere con umanità”.
Sui giovani. “Parlo molto con i ragazzi, alcuni hanno già in mente che devono andare via dall’Italia. Io gli dico: andate a fare delle esperienze all’estero, ma poi tornate, perché noi abbiamo bisogno di eccellenze. Possibile che noi non riusciamo a trattenere le nostre intelligenze? Quello che manca da noi è la meritocrazia. Bisogna riconoscere le qualità e pagare di più chi lavora. E’ vero che ci sono molti giovani scansafatiche che non hanno voglia di fare, ci sono molti bulli, ma fanno solo più rumore degli altri. Ci sono tantissimi ragazzi che vogliono studiare, che vogliono capire, che si applicano e hanno tanta buona volontà. Non è vero che è tutta una generazione di ragazzi persi e incapaci”.
Sulle giovani donne.
“Spesso le giovani ragazze sono più radicali di me, loro sono convinte dei loro diritti, sono combattive. L’unica cosa è che loro pensano che una volta conquistati questi diritti siano lì per sempre e non ci si debba preoccupare. Questo è un errore gravissimo. I diritti possono essere completamente cancellati da un momento all’altro.
Bisogna difenderli i diritti e interiorizzarli completamente”.
Sulla situazione dell’Italia.
“E’ un momento di crisi, non ci sono dei grandi valori condivisi. Una società è sana quando condivide dei valori.
E’ tutto frantumato in questo momento. Faccio un esempio: la famiglia.
Bisogna affrontare i cambiamenti della famiglia, ci sono molti più problemi all’interno della famiglia, ci sono gli anziani, i giovani che non trovano lavoro, gli omosessuali che vorrebbero avere una loro famiglia, queste sono realtà che vanno affrontate. Non si è creata una nuova idea della nuova famiglia. Oppure pensiamo alla scuola, che è tenuta in pochissima considerazione, tant’è vero che i genitori si permettono di andare a picchiare gli insegnanti”.
Su Meloni prima donna premier.
“Dal punto di vista simbolico è stato importante. Poi naturalmente c’è da discutere sulle scelte che verranno fatte, perché lei non è che sia sola. In democrazia una destra consapevole, responsabile, va benissimo, anche se io non sono quella corrente. Deve essere una destra che sta dentro le istituzioni. Il nostro Paese è nato contro il fascismo, quindi bisogna essere chiari su questo punto. Certo non mi ha fatto piacere sentire che Meloni non voglia essere chiamata presidentessa. Io penso che la grammatica sia profondamente misogina, però la grammatica si cambia piano piano, cambiando mentalità. Quando si elimina la parola servo, serva o schiava, si cambia cambiando anche una mentalità. Io non credo nei cambiamenti meccanici”.