Le tante energie non catturate dalle alchimie dei “potenti “ che si sono sostituiti al popolo, debbono mobilitarsi per difendere le conquiste civili da un’aggressione inaccettabile!
AgenPress. Nessun governo riesce a raggiungere risultati positivi quando la politica non c’è e si è costretti a inseguire i problemi contingenti. Quando dominano gli impulsi vi è un riflusso in spazi ristretti senza visione.
I voti decidono i vincitori sulla base di percezioni emozionali del momento non su progetti, quando la politica non c’è. Oggi ci sono “tendenze” non orizzonti ideali dove si anima il confronto e vive la democrazia. Non ci sono iniziative perché principi costituzionali manomessi e accantonati, vengano ripristinati.
Un tema che ritorna con intermittenza è quello dell’Autonomia Differenziata.
Questo, a mio avviso, è lo snodo più importante. Non si tratta di concordare o meno con il progetto Calderoli, ma c’è da capire quale sarà il futuro assetto istituzionale del nostro Paese. Calderoli è portatore del disegno originario di Bossi della secessione, poi nel tempo edulcorato con disinvolto tatticismo, che ha consentito alla Lega di espandersi nel Sud. È grave che non si avverta la necessità di rivedere il titolo V della Costituzione riformato, dalla sinistra con il “supporto” della Lega nel 2001.
Con quelle modifiche le materie attribuite alla competenza primaria delle regioni sono tantissime e il sistema Paese viene messo in discussione. Con il disegno di legge Calderoli si configura una federazione. Le aree forti si rafforzeranno sempre di più. Si ipotizza la nascita di macroregioni del Nord, economicamente proiettate verso il centro Europa.
Si spengono, così, le speranze di politiche di riequilibri territoriali con il Sud e il Mediterraneo. Le regioni non possono avere competenza primaria ad esempio su Sanità, Istruzione, parte dell’Ambiente, tanto per citarne alcune.
Non capiamo come si inserisce il presidenzialismo della Meloni. Una repubblica presidenziale come gli USA e con tanti Stati? Bisogna essere chiari per capire cosa si intende fare. La democrazia è in sofferenza con un Parlamento di nominati che ha perso la Sua centralità. Con il regionalismo si gioca una partita epocale.
Non è un semplice provvedimento di “aggiustamenti “ di competenze. La questione tra spesa standard e spesa storica con i Lep può trovare delle soluzioni attraverso ricollocazioni di risorse per il breve tempo, ma sicuramente non si ricercherà di uniformare i livelli economici del Sud a quelli del Nord.
Bisogna interrogarsi se siamo disponibili ad assistere alla fine dello Stato unitario e solidale? Io no!
Le tante energie non catturate dalle alchimie dei “potenti “ che si sono sostituiti al popolo, debbono mobilitarsi per difendere le conquiste civili da un’aggressione inaccettabile!
Mario Tassone