AgenPress. Si è concluso il tour nazionale UGL “La sicurezza è il tuo futuro”, organizzato dal sindacato e che ha toccato le seguenti città Roma, Firenze, Bologna, Genova, Torino e Milano, per presentare i dati emersi dal Report 2022 UGL “La Sicurezza nei e sui luoghi di lavoro”. L’obiettivo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di implementare una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Le misure finora adottate non hanno contribuito a ridurre l’impatto umano e sociale derivante dagli incidenti sul lavoro. Nel 2022 sono stati 1090 gli infortuni con esito mortale registrati dall’Inail. Si tratta di una media di 90,83 decessi al mese, 2,98 al giorno. Numeri inaccettabili che fotografano un fenomeno allarmante. Non è possibile qualificare la strage in atto nei luoghi di lavoro come mera fatalità. È necessario aumentare i controlli e rafforzare la prevenzione. Al contempo, è prioritario investire nella formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle altre figure professionali con il fine, inoltre, di superare la logica formale e documentale che, troppo spesso, ha privilegiato gli aspetti burocratici invece di quelli pratici. La formazione andrebbe, altresì, estesa a tutti i livelli, partendo dalla scuola”. Ha così commentato Paolo Capone, Segretario Generale UGL.
“Fra le proposte di legislatura – chiosa il sindacalista – vi è quella di arrivare all’istituzione di una Procura nazionale per il perseguimento dei reati connessi al mancato rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Contemporaneamente, serve potenziare la dotazione di personale ispettivo e rendere immediatamente accessibili tutte le banche dati, sia per finalità di controllo sia per permettere di studiare meglio il fenomeno degli infortuni, così da intervenire sulle diverse tipologie e per settore produttivo”.
“Serve, inoltre, una forte mobilitazione sul territorio per abbattere il dramma delle morti sul lavoro”. Secondo il sindacalista: “Occorre un deciso impegno delle Regioni, per quanto di loro competenza, a iniziare da un rafforzamento dei controlli a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali, fondamentali per intercettare il lavoro sommerso nel commercio, nell’edilizia e nell’agricoltura. Sempre le Regioni sono decisive sul versante della formazione, sia iniziale che nel corso della vita professionale dei lavoratori e delle lavoratrici. È altresì necessario – conclude – rendere strutturali, stabili e costanti i momenti di confronto con i sindacati e le associazioni datoriali”.