AgenPress. “Sto scrivendo una seconda parte della Laudato si’ per aggiornare i problemi attuali”. È quanto ha detto stamattina il Papa rivolgendosi a una delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa firmatari dell’Appello di Vienna, mentre nel mondo continuano a susseguirsi eventi estremi che colpiscono le popolazioni di tutti i continenti.
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha precisato che si tratta di una Lettera che vuole affrontare in particolare le recenti crisi climatiche.
Il papa durante l’udienza odierna, stava esprimendo il proprio apprezzamento per l’impegno rivolto all’elaborazione di un quadro normativo in favore della protezione dell’ambiente:
“Non dobbiamo mai dimenticare che le giovani generazioni hanno diritto a ricevere da noi un mondo bello e vivibile, e che questo ci investe di gravi doveri nei confronti del creato che abbiamo ricevuto dalle mani generose di Dio. Grazie per questo contributo”.
E lancia il suo appello alla sfida urgente di proteggere la nostra casa comune per costruire un futuro migliore per tutta l’umanità, nessuno escluso:
Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza.
Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio». Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.