ILVA, Calenda: “Cronaca di una morte annunciata”

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AgenPress. ILVA è allo sbando. Ed è allo sbando e a rischio chiusura per responsabilità della politica. Non di altri. Ricordiamo insieme.
• Dopo una gara europea Mittal si aggiudica la fabbrica con un contratto blindato da 4,2 mld tra prezzo (per lo Stato e i fornitori) e gli investimenti (ambientali e industriali). Il contratto obbliga a non fare licenziamenti con penali pesanti in caso di violazione e riconoscimento di diritti e inquadramenti pregressi per gli operai.
Intanto si fanno lavori di ambientalizzazione per più di 500 milioni a spese dell’amministrazione straordinaria tra cui l’avvio della chiusura dei parchi per evitare i Wind day.
• Il Governo Conte 2 leva lo scudo penale (istituito per l’amministrazione straordinaria e oggi reintrodotto), e fa cadere il contratto.
Conte minaccia Mittal di fare “la madre di tutte le cause”. Non accadrà mai, anzi il Governo entra in società con Mittal che non ha più obblighi ma ha la gestione del sito.
• Il PD e Zingaretti vaneggiano di un “acciaio green” che non vedrà mai la luce.
• Oggi la situazione è in stallo e non si sa come uscirne. Gli investimenti sono ridotti e i fornitori pagati saltuariamente.
Altri soldi pubblici sono affluiti.
• Cosa ci racconta questa storia? Trovate similitudini con il caso Marelli-FCA?
Io si.
• Una politica totalmente all’oscuro di cosa sia una fabbrica, usa importanti asset industriali per fare propaganda. E non paga mai il conto delle scelte dissennate che fa. Quello lo lascia al paese e agli operai. A giornali, tv ed elettori interessa se Conte farà o meno parte del campo largo. Se Di Maio si è istituzionalizzato etc.
A questo è ridotto il nostro dibattito. La scomparsa della realtà e il trionfo della propaganda. Godiamocela finché dura. Poi avremo da prendercela solo con noi stessi.
E’ quanto dichiara il leader di Azione Carlo Calenda.
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