Salari: dal 1991 +1% contro +32,5% Ocse

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AgenPress. Secondo l’Inapp, tra il 1991 e il 2022 i salari reali in Italia sono rimasti sostanzialmente al palo con una crescita dell’1% a fronte del 32,5% in media registrato nell’area Ocse.

“Non è un caso che questi dati partano dal 1991, visto che è proprio dal 1992 che è stata abolita la scala mobile. Inoltre, in questi ultimi anni la situazione è addirittura peggiorata. I salari reali non solo sono rimasti al palo ma sono diminuiti, non essendo stati adeguati al costo della vita decollato per colpa dell’inflazione alle stelle” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Il sistema di adeguare le paghe all’atto dei rinnovi contrattuali richiede una profonda riforma, visto che il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto diventa secolare non appena scoppia una crisi economica come accaduto dal 2009” prosegue Dona.

“Anche ora, comunque, secondo gli ultimi dati Istat il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, per quanto in calo, è ancora pari a 29,1 mesi, ossia quasi due anni e mezzo. Per questo urge una legge che preveda, in caso di mancato rinnovo dei contratti oltre i due anni, che scatti in automatico il ripristino della scala mobile all’inflazione programmata, magari solo per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro, così da evitare il rischio di una spirale salari – inflazione” conclude Dona.

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