Gli stipendi degli infermieri italiani sono troppo inferiori agli altri Paesi Ue

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AgenPress. «Gli stipendi degli infermieri sono fermi al palo, soprattutto sono da troppo tempo inferiori agli altri Paesi Ue, al punto da relegarci al terz’ultimo posto in Europa per retribuzioni. 

E c’è poi “la stretta” sul taglio delle pensioni, quella che ha tenuto banco in questi ultimi mesi, per fortuna alleggerita dalle recenti modifiche in Manovra, con le nostre battaglie e il nostro sciopero che hanno di certo contribuito a “più miti consigli”, ma pur sempre destinata a regalare amare decurtazioni ai professionisti dell’assistenza, in relazione ad un possibile pensionamento anticipato (adesso, come noto, per medici e infermieri, più si posticipa l’addio al lavoro, più si evita la tagliola). 

La realtà degli infermieri e degli altri professionisti sanitari italiani, più che mai in questo momento storico, è quindi tutt’altro che allegra. 

Poche, pochissime luci e fin troppe ombre, come l’amarezza e la cocente delusione che arrivano inesorabili per chi, lo scorso dicembre, aspettava una tredicesima decisamente più sostanziosa».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Le speranze, ancora una volta, sono state del tutto disattese, per chi attendeva l’emolumento, nella busta paga di Dicembre, relativo all’anticipo del nuovo contratto (appunto legato al Decreto Anticipi).

Nell’intricato labirinto della sanità italiana, e in particolare nel micro mondo delle regioni, le norme e i decreti sembrano fatti apposta per essere efficaci a metà e soprattutto per offrire bocconi amari agli infermieri, alle ostetriche ed al personale delle professioni sanitarie ex legge 43/2006, continua De Palma.

Il Decreto Anticipi lasciava infatti possibilità alle Regioni di erogare o meno da subito il sostanzioso contributo, addirittura in un’unica soluzione. 

Tecnicamente, si tratta “del pagamento anticipato” dell’indennità di vacanza contrattuale “maggiorata”, perché moltiplicata per 6,7, che dovrebbe portare nelle tasche dei nostri professionisti sanitari una cifra media di mille euro. 

Attenzione, perché non si tratta di un regalo, come qualcuno vorrebbe far passare, ma solo di un acconto, di soldi che, con la sottoscrizione del prossimo contratto di lavoro, gli enti sanitari saranno chiamati a conguagliare, e quindi che il dipendente dovrà restituire.   

A quanto pare solo Lazio e Lombardia, stiamo approfondendo in tal senso con i nostri referenti locali, avrebbero già erogato tale contributo. 

Il Governo, in un certo senso, è corso ai ripari. E qualche luce, nel marasma delle ombre, in fondo al tunnel, si intravede.

A partire da questo mese, infatti, dovrebbe essere introdotta una nuova modalità di erogazione, ed il personale sanitario con contratto a tempo indeterminato, dipendente del nostro SSN, dovrebbe ricevere mensilmente l’ emolumento “maggiorato” , corrispondente all’importo mensile dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC). 

Se la “super tredicesima”, a quanto pare, nella maggior parte dei casi non è arrivata a dicembre , la speranza è che, da questo mese di gennaio, non ci siano più sgradite sorprese e che finalmente i professionisti dell’assistenza ricevano, senza ulteriori lungaggini, quanto gli spetta».

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