AgenPress. Papa Leone XIV offre numerosi spunti nella meditazione in Basilica Vaticana rivolta ai vescovi in occasione del loro Giubileo, oltre 400 tra presuli e porporati provenienti da 38 Paesi del mondo.
Il Pontefice disegna il profilo del vescovo, ne evidenzia il ruolo e le responsabilità, ricordando che il presule è prima di tutto “pecora del gregge del Signore” poi pastore ed erede di una speranza che non delude, pertanto chiamato alla testimonianza di vita.
Il primo tratto che il Papa sottolinea è che il vescovo “è il principio visibile di unità nella Chiesa particolare a lui affidata”. “E’ suo compito fare in modo che essa si edifichi nella comunione tra tutti i suoi membri e con la Chiesa universale”, valorizzando il contributo di doni diversi. Il vescovo, sottolinea, è uomo di vita teologale: “uomo pienamente docile all’azione dello Spirito Santo, che suscita in lui la fede, la speranza e la carità e le alimenta, come la fiamma del fuoco, nelle diverse situazioni esistenziali”.
Il vescovo è chiamato a portare il lieto annuncio ai più indigenti, a vivere la povertà evangelica, evidenzia il Papa, con “uno stile semplice, sobrio e generoso, dignitoso e nello stesso tempo adeguato alle condizioni della maggior parte del suo popolo”.
Le persone povere devono trovare in lui un padre e un fratello, non sentirsi a disagio nell’incontrarlo o entrando nella sua abitazione. Egli è personalmente distaccato dalle ricchezze e non cede a favoritismi sulla base di esse o di altre forme di potere.