“Francesco Tagliente, già Direttore dell’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero e Questore di Firenze e Roma e Prefetto di Pisa, interviene sulla polemica delle ‘zone rosse’ come misura mirata per la sicurezza urbana. Un equilibrio tra prevenzione e protezione, senza compromettere i diritti individuali. Un approccio integrato che unisce sicurezza, riqualificazione e legalità”
AgenPress. “Sul tema parto da una premessa fondamentale: i cittadini hanno il diritto inalienabile alla sicurezza, e le istituzioni, le amministrazioni e tutti gli enti coinvolti hanno il dovere di adottare misure adeguate – legislative, amministrative e operative – per garantire questo diritto.
Negli anni passati, anche a fronte di fatti criminali di una certa gravità, in alcune aree urbane, come la stazione Termini, le risposte si sono limitate all’aumento del numero delle forze di polizia sul territorio. Tuttavia, sappiamo bene che i presidi di polizia, pur fondamentali per garantire sempre maggiori condizioni di legalità e sicurezza, devono essere necessariamente accompagnati da politiche di riqualificazione dei quartieri e di contrasto alle cause del degrado urbano.
In altre parole, per affrontare la questione della sicurezza nelle nostre città non bastano misure di tipo repressivo: è necessario mettere in campo interventi strutturali, che devono trovare negli enti locali i protagonisti di un’azione di rigenerazione urbana, finalizzata a rimuovere i fattori che favoriscono l’illegalità.
Fatta questa doverosa premessa, nell’attuale situazione vissuta in alcune zone della capitale, come Termini, l’istituzione delle “zone rosse” non solo rappresenta una misura utile e legittima, ma può contribuire in maniera rilevante a restituire migliori condizioni per permettere a cittadini e turisti di fruire in sicurezza di quei luoghi.
Difatti, queste misure riguardano esclusivamente categorie di persone con precedenti penali specifici e ritenute pericolose. Piuttosto che ricorrere a interventi più invasivi, le “zone rosse” possono agire in modo mirato e circoscritto, riducendo al minimo l’impatto sulle libertà individuali e rispondendo in maniera concreta alla necessità di proteggere la collettività.
In sintesi, le “zone rosse” non sono la soluzione definitiva a tutti i problemi di sicurezza, ma, se adottate con criterio e rigore, ritengo che possano essere uno strumento utile per garantire la sicurezza in aree urbane dove altre soluzioni non hanno dato risultati soddisfacenti o dove si è ancora in attesa di interventi più incisivi da parte dei Comuni.
La chiave di tutto sta nell’equilibrio: garantire la sicurezza dei cittadini senza compromettere i diritti e le libertà fondamentali.”