VII Conferenza Nazionale sulle Dipendenze. Meloni: “La droga e le dipendenze non avranno l’ultima parola”

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AgenPress. È per me un onore essere qui oggi, partecipare all’apertura dei lavori di questa edizione della Conferenza nazionale sulle dipendenze, la settima, dopo l’ultima edizione del 2021 in formato ridotto per la pandemia. Ma, come ricordava il Sottosegretario Mantovano, ci tengo a sottolinearlo anche io, questo appuntamento, che la legge prevede a cadenza triennale, non si celebrava – in una composizione così ampia e partecipata – da ben 16 anni, e voglio dire che sono fiera che torni in una composizione così ampia e partecipata con il Governo che ho l’onore di presiedere.

Saluto tutte le Autorità, ma voglio soprattutto rivolgere ancora una volta un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché la sua presenza testimonia – più di chiunque altro – un impegno delle Istituzioni che è corale. Che è corale, da parte di tutte le Istituzioni di questa Nazione, per liberare chi è caduto nel giogo della dipendenza e per costruire percorsi efficaci e concreti di prevenzione, di cura e di riabilitazione.

Così come sono grata al Santo Padre, Papa Leone XIV, per le parole di speranza e incoraggiamento che ci ha rivolto anche in quest’occasione, dopo la storica udienza concessa in Vaticano il 26 giugno scorso, in occasione della Giornata mondiale contro la droga.

E voglio ringraziare, e salutare, i protagonisti di questa Conferenza: gli operatori del settore pubblico, del privato sociale, delle comunità terapeutiche, gli esponenti delle società scientifiche e gli operatori dei mezzi di comunicazione.

Grazie di essere qui e grazie, soprattutto, del contributo che con la vostra presenza garantite ai lavori di questa due giorni. Senza questa esperienza, senza la vostra competenza, noi non avremmo a disposizione la mappa della quale abbiamo bisogno per orientarci e agire in una materia che è da sempre particolarmente vasta, ma che negli ultimi anni ha subito trasformazioni ed evoluzioni profonde, che la rendono ancora più complessa, ancora più vasta.

L’organizzazione stessa di questa Conferenza, dei suoi contenuti e delle sue sessioni di lavoro, che abbiamo costruito in maniera che rispecchiasse proprio questa vastità e questi cambiamenti, lo dimostra. Non ha precedenti lo spazio di approfondimento e riflessione che abbiamo voluto dedicare alle dipendenze diverse da quelle che derivano dall’assunzione di sostanze stupefacenti. E si tratta del resto di un’impostazione coerente con il cambio stesso di denominazione del Dipartimento competente della Presidenza del Consiglio: da “Dipartimento per le politiche antidroga” a “Dipartimento per le politiche contro la droga e le altre dipendenze”. Non una scelta nominalistica, ma la volontà di dare un’indicazione su una visione più ampia del fenomeno che ci troviamo ad affrontare.

È un fatto che il cambiamento d’epoca nel quale siamo immersi ci pone davanti sfide e problemi che in molti casi erano inimmaginabili per le generazioni che ci hanno preceduto. Penso che lo possa facilmente testimoniare chi oggi ha figli piccoli o adolescenti, e si relaziona, di fatto, con la prima generazione nata e cresciuta in un mondo completamente digitale, e quindi con uno scenario che, per chi non è nato e cresciuto nello stesso mondo, è purtroppo spesso indecifrabile. Cioè da una parte offre strumenti eccezionali per liberare le energie e i talenti, ma dall’altro porta con sé rischi che a volte sono difficili perfino da immaginare, e che in ogni caso sarebbe esiziale sottovalutare.

È una realtà che genera purtroppo anche sofferenze profonde, che si manifestano sempre di più nell’aumento delle tecnodipendenze, nella crescita dei disturbi alimentari e d’ansia, nella diffusione endemica delle sostanze tra i minori e nella moltiplicazione dei fenomeni di cyberbullismo e violenza tra pari, oltre che dentro e fuori le mura domestiche. Fenomeni che il Covid, con il conseguente isolamento imposto, hanno acuito, e che si stanno sviluppando ad una velocità esponenziale. Le vecchie dipendenze si sovrappongono e si intrecciano alle nuove, generando fragilità e problemi che spesso erano sconosciuti in passato.

E quindi, come sapete meglio di me, è una realtà estremamente complessa, che richiede risposte all’altezza. Risposte concrete, risposte coraggiose, risposte lungimiranti. Per elaborare le quali però, voglio dirlo, c’è anche bisogno di umiltà. L’umiltà di ammettere che che non abbiamo tutte le risposte – in questo scenario potenzialmente drammatico che corre più veloce di noi, che corre più veloce della nostra immaginazione – e, conseguentemente, l’umiltà di confrontarsi e di chiedere aiuto a chi può contribuire a trovare quelle risposte perché è quotidianamente immerso in questa realtà. Cioè voi.

Il Governo, però, come prima cosa deve mettere a disposizione gli strumenti che consentono di operare al meglio. Allora siamo partiti dalla più tangibile delle questioni, ovvero le risorse a disposizione.

Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro, una cifra mai stata disponibile in passato. E sono chiaramente risorse decisive per sciogliere nodi che si trascinavano da molto tempo ma che dovevano essere affrontati.

Penso, ad esempio, al tema della mobilità: oggi, con un fondo di 15 milioni di euro, garantiamo finalmente a una persona che risiede a Roma, ma che magari sceglie come ideale per il suo percorso una comunità che si trova in Veneto, di poterla finalmente raggiungere.

Abbiamo destinato 30 milioni di euro all’assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale nei servizi pubblici per le dipendenze, assicurando così un intervento strutturale che garantisce forze aggiuntive per la cura e per il recupero.

C’è il fondo contro le ludopatie, ci sono quelli per i programmi di prevenzione e recupero.

Abbiamo vincolato queste risorse alle loro specifiche destinazioni per evitare distrazioni improprie, e abbiamo rafforzato gli organismi che verificano che ciò avvenga.

Abbiamo attivato nuovi strumenti per mettere a disposizione risorse aggiuntive, come la possibilità di destinare l’8xmille dell’IRPEF a diretta gestione statale anche agli interventi di prevenzione e recupero delle dipendenze. Non solo una scelta inedita, che permette ai cittadini se vogliono, quando vogliono, di poter fare la loro parte in questa battaglia, ma l’indicazione di una sfida che lo Stato italiano considera una sfida prioritaria.

In questi tre anni non ci siamo però limitati a stanziare più risorse, che sono ovviamente fondamentali per affrontare i tanti problemi sul tappeto.

Ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro, fondato sul confronto, fondato sulla condivisione delle responsabilità.

Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra. E ciò a maggior ragione vale per un ambito come questo, dove la sinergia tra i vari livelli istituzionali e la collaborazione tra pubblico e privato sono precondizioni senza le quali non è possibile fare nulla.

Fare gioco di squadra non significa chiaramente annullare le diverse esperienze, metodologie, modalità di intervento e orientamenti ideali, che anzi rappresentano una ricchezza. Significa, rispettando le competenze di ciascuno, puntare ad una sintesi che le valorizzi tutte in funzione dell’obiettivo generale, che è e rimane salvare le persone dalle dipendenze.

Ogni pezzo di questo “mondo” – famiglie, scuola, servizi pubblici, comunità, università, forze di polizia e magistrati, media – è fondamentale per raggiungere questo scopo. Ed è grazie a questo lavoro di squadra, coordinato dal Sottosegretario Mantovano, che anche io voglio ringraziare per il suo impegno preziosissimo – devo dire non solo su questo fronte, io e Alfredo ne sappiamo qualcosa – che in questi anni ci si è potuti avvicinare ai lavori di questa Conferenza nazionale.

Conferenza che è chiamata ad affrontare alcuni dei problemi nei quali ogni giorno si imbattono gli operatori del settore, dall’effettiva destinazione delle risorse aggiuntive stanziate, fino alla disponibilità di dati corretti e aggiornati, passando per l’efficace impostazione di una prevenzione precoce al trattamento dei soggetti dipendenti che hanno anche patologie mentali, dal rapporto fra dipendenze e carcere. Temi tutt’altro che semplici, che richiedono conoscenze, che richiedono capacità di analisi non comuni. Il confronto è aperto, e io sono non ho dubbi sul fatto che dai lavori di questi giorni emergeranno proposte efficaci, innovative e concrete. E vi dico da ora che il Governo è pronto a farne tesoro, è pronto a renderle operative.

Questa Conferenza è un appuntamento al quale arriviamo portando in dote anche il rinnovato impegno dell’Italia nei contesti internazionali nei quali ci si occupa di prevenzione e di lotta particolarmente al narcotraffico. Un fronte prioritario che ci vede da sempre in prima linea, dove l’Italia rappresenta un’eccellenza assoluta. Non poche Nazioni guardano al nostro modello, non poche Nazioni ricevono il nostro supporto, sia in termini di soluzioni normative, sia in termini di concreta collaborazione investigativa e giudiziaria, dando vita ad una cooperazione che in diversi contesti – particolarmente nei Paesi dell’America Latina – dimostra grande efficacia.

Così come siamo tra le prime Nazioni al mondo ad aver elaborato un Piano nazionale di prevenzione della diffusione illegale o impropria del Fentanyl e degli oppioidi sintetici. È una strategia che coinvolge numerose Istituzioni, che ha elevato al massimo livello l’attenzione e gli strumenti di prevenzione, per arginare la diffusione di sostanze pericolosissime che in altre Nazioni – ad esempio negli Stati Uniti – hanno generato una vera e propria epidemia, che sta condannando a morte decine di migliaia di persone.

È un’esperienza che ci ha permesso, lo scorso anno a New York, di essere tra i protagonisti della Coalizione globale contro le minacce provenienti dalle droghe sintetiche, confermando il nostro ruolo di apripista in numerosi contesti multilaterali, a partire dal G7.
Poche settimane fa, inoltre, abbiamo deciso di promuovere con la Francia, nell’ambito della Comunità Politica Europea, quindi in un organismo più ampio dei confini dell’Unione europea, la nascita della Coalizione europea contro le droghe.

Un’altra iniziativa che vuole essere operativa, che si fonda su una delle principali intuizioni di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino: quello strumento di indagine che noi riassumiamo nelle parole “follow the money” (se vuoi combattere un’organizzazione criminale devi seguire le risorse, deve seguire i finanziamenti, devi seguire i soldi) e che ancora oggi rappresenta lo strumento più efficace nelle mani di magistrati e forze di polizia per contrastare – dentro e fuori i confini nazionali – il narcotraffico e il crimine organizzato.

E quindi cari, preziosi amici, in una riflessione di pochi giorni fa, il poeta Davide Rondoni ha ricordato alle Istituzioni che questo “meraviglioso e duro Paese”, come lo ha definito, è chiamato ad affrontare sfide profonde, che sfuggono ad una lettura economicista della realtà. Penso che abbia ragione. Perché esistono sfide che toccano l’anima di una Nazione. Che ne tratteggiano il sistema di valori, che ne decidono il futuro. Sfide che esigono un “cuore ferito”, “visione”, “urgenza” (sempre per utilizzare le parole di Rondoni) e da cui discende, in fondo, il senso stesso che diamo alla vita.
Il mio augurio è che questa Conferenza abbia l’ambizione di raccogliere questo monito, di tradurlo in realtà. Perché questa Conferenza non è semplice adempimento di legge. È qualcosa di molto di più.

È l’occasione per dimostrare che la droga e le dipendenze non avranno l’ultima parola; che nessuno è solo o rimarrà solo in questa battaglia; che nessun ragazzo, genitore, operatore o volontario sarà abbandonato a sé stesso; e che ci sono sfide che definiscono ciò che siamo e ciò che vogliamo essere, per i nostri figli e chi verrà dopo di noi. Ma soprattutto che siamo capaci di riconoscere quelle sfide che vale la pena di combattere.

Oggi confermiamo questo impegno solenne, e lo manterremo, come abbiamo fatto finora grazie al vostro contributo.

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