Giannelli: “La lista degli stupri un gesto da incivili, serve una riflessione: così la società non può progredire”

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AgenPress. “La lista degli stupri emersa al Liceo Classico Giulio Cesare di Roma è un gesto da incivili. Si tratta di un fatto molto grave, sono episodi che evidentemente per qualcuno sono goliardici e forse un tempo lo sarebbero anche stati. Però oggi con la sensibilità che c’è, con l’importanza della tematica dei rapporti tra i generi e tutto quello che sappiamo che succede, questi episodi non si possono più derubricare e sottovalutare. Serve una riflessione”.
Queste le parole di Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, durante il suo intervento su Radio Cusano Campus, nel corso del programma “Battitori Liberi”, condotto da Gianluca Fabi e Savino Balzano.

“Una società non può progredire se tra i suoi componenti ci sono comportamenti di questo tipo, si dedicano energie negative a questo anziché remare tutti in un’unica direzione, quella del progresso e del benessere per tutti – ha proseguito Giannelli – Il ministro ha fatto bene nel chiedere che vengano accertate le responsabilità e puniti i colpevoli. All’azione repressiva che ovviamente condivido appieno ed è doverosa, deve essere però affiancata un’azione rieducativa per prevenire. La scuola è più il luogo della prevenzione che della punizione. Servono le due operazioni insieme altrimenti temo che i risultati possano non essere ottimali”.

“L’educazione sessuale-affettiva all’interno delle scuole è uno strumento che può essere utile anche di fronte a certe circostanze, ma il problema è che la nostra scuola ad oggi è sovraccaricata di compiti che prima spettavano alle famiglie. Ora la famiglia è molto meno presente, perciò penso che per trattare questi argomenti così delicati serva l’aiuto di un esperto – ha concluso Giannelli – C’è però un problema tecnico: un’ora a settimana di qualunque argomento è poca, se è così importante serve dedicare più tempo a queste competenze trasversali. Bisogna decidere se la scuola deve entrare più decisamente su queste materie e dire la sua, altrimenti l’impressione è che si parli solo per dire che è stato fatto in modo che la scuola possa occuparsene, ma in realtà la scuola non riesce poi a farlo”.

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