Baby estetica. Prof. Gasperoni: “vietare la pubblicità di interventi di chirurgia estetica per i minorenni”

Agenpress – In un’epoca di selfie e condivisione di contenuti, soprattutto foto e video, sui social media, crescente il numero di adolescenti che decidono di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica. Secondo le statistiche della «American Society of Aesthetic Plastic Surgery» (ASAPS) nel 2018, solo negli Stati Uniti, sono stati oltre 30 mila i «ritocchini» eseguiti su pazienti minorenni.

«È il momento di vietare la pubblicità di interventi di chirurgia estetica per i minorenni, soprattutto attraverso i social che propongono prepotentemente un concetto di bellezza virtuale e, quindi, irraggiungibile. Il Ministero della Salute dovrebbe pensare ad un provvedimento di questo tipo». La proposta arriva dal Prof. Carlo Gasperoni, docente al Master di Chirurgia Estetica della Faccia all’Università di Tor Vergata di Roma.

L’invito del Prof. Carlo Gasperoni riprende una proposta di legge in discussione in questi giorni al Bundestag tedesco. Il provvedimento legislativo è stato anticipato dal ministro tedesco della Salute, Jens Spahn, in un’intervista al Tagesspiegel. Il ministro ha spiegato che intende vietare la pubblicità di chirurgia estetica rivolta «esclusivamente ai giovani».

I ragazzi, che sono ancora sprovvisti degli strumenti necessari per decodificare la realtà, sono «bombardati» da campagne marketing, soprattutto social, molto aggressive da parte di «catene» commerciali che puntano alla quantità degli interventi, spesso a scapito della qualità. Facendo leva sulle insicurezze psicologiche dettate dalla giovane età, i ragazzi sono spinti inconsciamente a diventare «altro». E lo strumento è la chirurgia estetica.

Un’emergenza che ha spinto anche alcuni big della Silicon Valley a muoversi per impedire che gli utenti più giovani si sentano forzati ad adeguarsi a canoni estetici artificiali. È notizia di poco più di un mese fa che Instagram, ad esempio, ha deciso di oscurare ai minori di 18 anni tutti i post sponsorizzati che riguardano prodotti dimagranti e interventi di chirurgia estetica.

Una situazione confermata dai numeri: l’anno scorso negli USA 14.509 minorenni si sono sottoposti a interventi chirurgici, mentre 15.607 sono i ragazzi che hanno scelto interventi non chirurgici come la depilazione laser, il resurfacing della pelle, le iniezioni di Botox, i filler di Acido Ialuronico o il peeling chimico (dati ASAPS). E in Italia la tendenza sembrerebbe essere la stessa. Uno studio della «Società Italiana di Medicina Estetica» conferma che il «ritocchino» piace non solo agli adulti, ma si sta diffondendo anche tra i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 18 anni. I dati non lasciano dubbi: il 18% degli adolescenti intervistati (su un campione di 2.265) vorrebbe modificare una parte del proprio corpo.

«Interventi che sono frequentemente eseguiti sugli adulti, ma che sui più giovani si dovrebbero eseguire con una cautela maggiore», avverte Prof. Carlo Gasperoni. «Una rinoplastica o un intervento chirurgico all’orecchio possono essere fatti in sicurezza e sono, in molti casi, necessari per la salute psico-fisica di un adolescente. Altre procedure estetiche come l’aumento del seno sono vietate sui minorenni, mentre le iniezioni di Tossina Botulinica o la liposuzione non sono in genere raccomandate. È preoccupante, ad esempio, che si sia stia verificando una crescita dell’uso del Botox nei giovani pazienti per aumentare la dimensione di guance o labbra. I filtri che si utilizzano su Instagram o su Snapchat stanno cambiando la percezione di noi stessi. E questo è un rischio, soprattutto per i teenagers che non hanno sviluppato ancora una piena consapevolezza di se stessi».

La nostra società, ossessionata dai social media, contribuisce in modo determinante ad aumentare il numero degli adolescenti che chiedono ai genitori un «ritocchino», magari come regalo di compleanno o per una promozione scolastica. Il Prof. Carlo Gasperoni sottolinea l’importanza del dialogo: «È importante che i genitori ascoltino i figli. Se un adolescente dice di volere un intervento estetico e un genitore dice semplicemente no, perde l’opportunità di scoprire cosa sta realmente accadendo e quale disagio il figlio sta vivendo in quel momento».

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