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“C’è il serio rischio che il Gruppo Wagner venga accerchiato a Bakhmut a causa del cedimento dei fianchi. I fianchi si stanno già incrinando e stanno cedendo. In assenza di munizioni, il ‘tritacarne’ funzionerà in senso opposto: l’Afu (le Forze armate dell’Ucraina) distruggerà le milizie della Wagner”. La situazione è stata descritta così su Telegram dal capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, in un lungo elenco di affermazioni a proposito del fronte più caldo della guerra, quello appunto della città del Donetsk. Per Prigozhin, però, “Bakhmut ha circa il 5% occupato dal nemico” e comunque “non ha alcuna importanza strategica” perché “era necessaria per ridurre la forza del nemico e permettere all’esercito russo di mobilitarsi dopo i fallimenti e la ritirata delle forze armate russe da Kharkiv, Kherson e altre regioni”. Il capo della Wagner torna anche a insistere sul tema munizioni. Dopo aver minacciato di abbandonare la città, salvo poi aver fatto un passo indietro, Prigozhin spiega che “nella notte tra il 6 e il 7 maggio è stato emesso un ordine che prometteva di fornire munizioni alla Wagner”, ma che “ad oggi, le munizioni sono state fornite in quantità minime”. In ogni caso, conclude l’ex cuoco di Putin, “la Wagner continua la sua offensiva a Bakhmut e attende una decisione sul rilascio di munizioni e armamenti nelle quantità richieste”. (ANSA).