Agenpress – In queste ultime ore si sono attivate come giusto che sia le unità di crisi COVID-19 ha seguito di personale sanitario risultato positivo in ambito penitenziario in un istituto della capitale (REBIBBIA FEMMINILE), disponendo tamponi per il personale venuto a contatto a partire dalla Polizia Penitenziaria dello stesso istituto.
Abbiamo apprezzato anche la decisione di ieri degli istituti stessi e della Direzione Generale dell’ASL RM2 di disporre una zona pre-triage presso ogni sede del Polo Penitenziario di Rebibbia per il rilevamento della temperatura da parte di personale sanitario predisposto a controllo di tutto il personale operante nelle varie strutture di Rebibbia.
Dimostrazione dove esiste una capacità di sintesi e di collaborazione le cose possono funzionare meglio di quanto accade in alcune sedi dove di fatto non si era a conoscenza ancora nella giornata odierna dell’esito dei tamponi effettuati lasciando in balia il personale se dover rientrare per un idoneità al servizio che già oggi è stato possibile ma non sappiamo con quali tipo di certificazioni da parte dell’Asl competente di Viterbo, dove nel frattempo abbiamo rappresentato la situazione con nota a parte.
Dobbiamo anche constatare che presso la CC FROSINONE nella giornata di ieri una traduzione diretta ad un istituto dell’Umbria il detenuto a bordo è risultato febbricitante all’arrivo alla nuova sede, allarmando la scorta che per motivi di servizio ha dovuto proseguire il servizio e far rientro in tarda serata alla sede di appartenenza con le ansie che possono essere comprese. Sembrerebbe che l’allarme influenzale sia rientrato, seppur questa sigla auspica che non si abbiano effetti nei prossimi giorni toccando ferro!!!
Nella stessa sede le OO.SS. unitariamente alla USPP hanno chiesto la chiusura della Mensa di servizio della stessa CC.FROSINONE avendo riscontrato anomalie per la presenza di operai per alcuni riparazioni dopo aver riscontrato la ruggine nei rubinetti dell’acqua, che di fatto creano problemi di promiscuità per gli spazi non sufficiente ad ospitare anche il personale.
Non parliamo più delle mascherine e dei dispositivi protezione individuali perché tanto continuano a mancare e queste dovrebbe muovere le procure della repubblica per violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e i stessi medici competenti incaricati dalle Asl che avrebbero il compito di accertarsi della giusta presenza.
L’USPP continua lo STATO DI AGITAZIONE per le tante inadempienze rappresentate e ancora oggi presenti dove i vertici del DAP sono praticamente in quarantena silenziosa nel fornire risposte.