A fondo perduto ci sono solo gli italiani che pagano il conto dei burocrati e della Lombardia
Agenpress – Purtroppo non succede nulla. Non arrivano i bonifici sui conti correnti delle imprese e si continuano a scambiare prestiti per soldi a fondo perduto. Se va tutto bene, cioè, siamo rovinati.
Se succede il miracolo, nulla permette di pensarlo, che provvedimenti fatti apposta per escludere l’intero mondo produttivo meridionale e fasce larghissime di quello settentrionale dal cosiddetto decreto liquidità arrivino sorprendentemente a destinazione, noi siamo comunque tagliati fuori perché lo abbiamo fatto indebitando ancora di più gli indebitati privati.
Potremmo dire che siamo pazzi, ma saremmo sicuramente generosi nella cartella clinica. Siamo perlomeno omissivi. Queste aziende che già non ce la facevano di loro ma che la Pandemia globale ha costretto al fermo produttivo non ricevono l’aiuto che tutte le aziende di tutti i Paesi del mondo stanno ricevendo, ma devono superare barriere notoriamente rocciose come quelle del merito creditizio del direttore di banca volutamente privato delle tutele penali e, per di più, devono cimentarsi anche con il percorso a ostacoli fatto di scartoffie di burocrazie multiple e di computer, come quelli della Sace, che neppure dialogano con la rete delle banche.
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