Coronavirus, Palermo (segr. naz. Anaao Assomed): “La ripresa dei contagi ha determinato un notevole sovraccarico di lavoro sugli ospedali”

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AgenPress. Carlo Palermo, Segretario Nazionale di Anaao Assomed, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).

Sulla situazione negli ospedali. “La ripresa dei contagi ha determinato un notevole sovraccarico di lavoro sugli ospedali. Per coloro che sono in prima linea il rischio aumenta, nonostante tutte le precauzioni che possono essere prese. In termini di regioni, i fronti più caldi sono la Lombardia, la Toscana, il Lazio e la Campania. La seconda ondata era attesa, forse abbiamo perso troppo tempo nei mesi scorsi.

Abbiamo un pochino sbandato con il rilassamento di questa estate, è il caso di riprendere una traiettoria più equilibrata perché è chiaro che le questioni sanitarie si riflettono inevitabilmente anche sulle questioni economiche, soprattutto con l’aumento della mortalità, che aumenterà sicuramente a tre cifre, io penso tra 100 e 200, se rimarremo a questo livello di contagio.

C’è una differenza di circa 7 giorni tra l’aumento dei contagi e l’aumento dei ricoveri, con questo trend i posti in terapia intensiva saranno saturati. Certamente rispetto a marzo siamo migliorati, lì eravamo di fronte ad un virus di cui non si conosceva nulla e la fase territoriale è stata completamente saltata. Ora la fase territoriale in qualche modo c’è, ma rischia di essere saturata, soprattutto la fase di tracciamento. Non abbiamo l’arma decisiva, ma cominciamo ad avere qualche possibilità di intervento, è un quadro che riusciamo meglio a trattare.

Abbiamo inoltre qualcosa in più dal punto di vista organizzativo, perché sono stati assunti circa 30mila operatori tra medici ed infermieri. Riferendoci solo ai medici, sappiamo che in ogni anno in questa fase vanno via 6mila medici, in realtà sono già andati via, ne abbiamo assunti 6mila che quindi vanno a coprire il turnover. Vi è da considerare anche il fatto che l’incremento di 3500 di posti letto di terapia intensiva, necessita ovviamente di un incremento di personale. Non è vero come dice Conte che i posti letto di terapia intensiva sono stati portati a quasi 9mila, sono attualmente 6600. A livello ordinario il 60% sono occupati da pazienti con altre patologie, quindi potremmo dire che 4000 sono già occupati, ne restano 2600, di cui 800 secondo i dati di oggi sono occupati da malati covid, allora ne restano 1800.

Ci sono alcune regioni come Veneto, Val D’Aosta e Friuli che hanno raggiunto lo standard di 14 letto di terapia intensiva per 100mila, nelle altre regioni questo standard non è stato raggiunto”.

Sulla medicina territoriale. “Dal punto di vista del territorio scontiamo alcuni ritardi. Nel tracciamento sono molto importanti i dipartimenti di igiene e prevenzione che in alcune aree del Paese sono state letteralmente massacrate e che adesso richiedono di essere rafforzate. Per quanto riguarda i medici di base, hanno bisogno di essere sorretti dal punto di vista delle dotazioni di protezione individuale, ma non tutti saranno pronti ad eseguire i tamponi rapidi perché in molti ambulatori non ci sono le condizioni di sicurezza per poterli effettuare. Sarebbe molto meglio fare queste operazioni in case della salute”.

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